undefinedundefinedHalloween e il modello sociale americano (1)

Il nome "Halloween", deriva dal fatto che il 31 Ottobre è la vigilia di Ognissanti che in Inglese si chiama ALL HALLOWS' DAY. Considerando, però, il fatto che vigilia si dice EVEN e che, quindi, il 31 ottobre è il giorno dell'ALL HALLOWS' EVEN, è facile intuire come da queste espressione si sia arrivati ad HALLOWEEN per contrazione di termini.

La festa di Halloween fu importata negli Stati Uniti intorno alla metà del XIX secolo dai COLONI IRLANDESI in fuga dalla loro patria tartassata da anni di carestia e povertà. Da allora i festeggiamenti il giorno della Vigilia di Ognissanti presero piede nel Nuovo Mondo, tanto da diventarne una delle feste più popolari e amate, soprattutto, dai bambini.

Insomma la classica colonizzazione occidentale del mito americano. Perchè inutile negarlo un po tutti noi "vecchi" europei guardiamo agli stati uniti come ad un modello sociale da imitare (Veltroni e Berlusconi fra i politici), che, si dice, sia dalla parte dei meritevoli, a tale proposito uno sponsorizzatore è l'economista italiano Giavazzi.

Ma sarà poi vero ?

A tale proposito posto un analisi documentale (quindi supportata da prove e numeri reali) di Carlo Gambescia, pubblicata di recente nel suo blog.


"Chi incensa il modello americano dovrebbe riflettere su due fatti. Il primo, è che negli Stati Uniti la mobilità geografica è due volte maggiore di quella europea. Il secondo, è che il tasso americano di concentrazione dei redditi è molto più alto del nostro, che non è sicuramente basso): negli Usa, in media, il 20 % più ricco della popolazione assorbe il 60 % del reddito nazionale, mentre in Europa si è intorno al 35-40 % (www.census.gov-www.europa.eu.int - www.worldbank.org).Cosa significa? Che nell’Eldorado liberista si perde lavoro molto spesso e anche l'abitazione... Perché per trovarne un altro, molti sono costretti a trasferirsi da un lato all’altro degli States: la mobilità territoriale del lavoratore è dunque elevatissima. Ma l'essere disposti a spostarsi non basta. Per quale motivo? Perché, visto che la ricchezza è molto concentrata, le possibilità di ascesa sociale, nonostante la grande mobilità geoeconomica del lavoratore, sono piuttosto ridotte. Altro che meritocrazia…

E tutto ciò genera sradicamento, insicurezza e povertà.

Certo, la retorica ufficiale celebra l’individuo e le sue opportunità di avere successo. Un traguardo che in termini di grandi numeri (come alla lotteria), è possibile ma poco probabile, soprattutto per coloro che non hanno mezzi o doti eccezionali.

Sotto questo aspetto gli Stati Uniti sono un ottimo esempio di come funzioni, in assenza di controlli sociali, l’anima darwinista del capitalismo. Intanto la selezione finisce per premiare i più forti e non i migliori: vince chi è più dotato di risorse familiari, relazionali, istruzione e spietatezza negli affari: doti (in particolare le prime tre) che appartengono a chi è già in alto nella scala sociale. Di qui un nucleo ridotto di attori sociali (i grandi oligopoli), un lavoro poco sindacalizzato e molto flessibile, e una politica completamente sottomessa ai gruppi di pressione economici. Per farla breve, la selezione-razionalizzazione capitalistica americana implica alti profitti, bassi salari e assenza di mediazioni pubbliche. Quindi nessuna forma di assistenza sociale e pensionistica, obbligatoria e pubblica: chi cade (e spesso è già in basso nella scala) difficilmente riesce a rialzarsi, mentre chi è già in alto procede nella sua corsa, come se nulla fosse. Esistono forme di assistenza caritativa dovute soprattutto alle Chiese e alla buona volontà dei singoli stati, ma chi vi aderisce viene subito inquadrato (e a vita) nella categoria dei falliti sociali. In buona sostanza chi sia povero e malato non ha scampo.

Insomma, si tratta di un modello sociale per ricchi, o al massimo per coloro, che hanno doti per diventarlo: il sistema ignora sistematicamente le diseguali condizioni di partenza degli individui, finendo così per privilegiare chi è già ricco, che di conseguenza, lo diviene sempre di più. Sono cose che vanno dette. E ripetute...

Se nel 1979 il 5 % della famiglie americane più ricche guadagnava 10 volte di più del 20 % di quelle più povere, oggi la proporzione è salita a 25 a 1. Il titolare di una corporation nel 1980 guadagnava (mediamente) 42 volte il salario di un suo operaio, oggi guadagna mille volte in più... Bill Gates e soci Microsoft (il volto “umano” e moderno del capitalismo Usa) hanno un reddito pari al Pil del Pakistan: la famiglia Walton (Wal-Mart), pari a quello dell’Egitto e così via… (www.ilo.org-www.forbes.com). Il sistema americano produce diseguaglianza a velocità esponenziale. E la sua crescita economica, così magnificata in Europa, è dovuta per verso a un ingiusto modello sociale, e per l'altro alla posizione egemonica degli Usa nella politica mondiale, in particolare dopo il 1989-1991. Un'egemonia che alimenta il "complesso militare-industriale". E che, a sua volta, ne è alimentata...

Perciò quando si parla di esportare in Europa il modello sociale Usa, va chiarito che si tratta di una società fortemente gerarchizzata, con circa 50 milioni di poveri e poche decine di migliaia di ricchissimi che tengono in pugno l’economia, non solo americana. E dove insicurezza e sradicamento producono criminalità divorzi, patologie mentali, con tassi doppi rispetto a quelli europei: un americano su due assume regolarmente psicofarmaci, e uno su tre ha avuto problemi di alcolismo (www.who.int/).

Il vero problema non è come imitare gli Usa, ma come evitare certi errori, o meglio, orrori sociali. Qui però si pone un’altra questione: esiste ancora un modello sociale europeo? E soprattutto vi sono politici all’altezza delle sfida? A sinistra come a destra?

fonte: Carlo Gambescia Etichette:

undefinedundefined9/11 Synthetic Terror: Made in USA (0)

Una storia importante venuta fuori lo scorso weekend e che potrebbe non essere stata ben notata è che un altro ex membro dell’ intelligence Usa si è trasformato in informatore e ammette la possibilità che gli attacchi dell'11-9 rappresentassero un “colpo di stato neoconservatore e neonazista”.

In una recensione del libro di Webster Tarpley 9/11 Synthetic Terror: Made in USA”, per Amazon, Steele afferma che è il libro “più forte degli oltre 770 libri che ho recensito”.

Steele continua:

“Sono costretto a concludere che l'11-9 è stato, come minimo, lasciato avvenire come un pretesto per la guerra (leggete la mia recensione del libro di Jim Bamford “Pretext for War”), e sono costretto a concludere che ci sono sufficienti prove per incriminare (ma non necessariamente per imprigionare) Dick Cheney, Karl Rove e altri per un colpo di Stato di tipo neonazista e neo conservatore e per aver dato una spinta allo scontro di civiltà (leggete le mie recensioni di “Crossing the Rubicon” e di “State of Denial”). La cosa più affascinante è il modo in cui l'autore lega Huntington, autore di “Clash of Civilizations” con Leo Strauss, l'anello di congiunzione tra i nazifascisti e i neocon.”

La biografia di Steele è impressionante. Egli è stato il secondo civile col grado più alto (GS-14) nello U.S. Marine Corps Intelligence [intelligence del corpo dei marines n.d.t.] tra il 1988 e il 1992. Steele è un ex funzionario della Central Intelligence Agency per le operazioni clandestine.

Egli è il fondatore e presidente di Open Source Solutions, Inc., ed è un esperto riconosciuto sulla vulnerabilità informativa e dei computer. Steele ha ottenuto le lauree in Relazioni Internazionali e in Pubblica Amministrazione presso la Leigh University e la University of Oklahoma. Ha ottenuto anche qualifiche in Politica dell’ Intelligence dalla Harvard University e in Studi sulla Difesa dal Naval War College.

Questo è un altro esempio di quanto sia andato lontano il movimento per la verità sul 11-9 nel corso di quest' ultimo anno. Prima delle elezioni del 2004 Steele sosteneva la rielezione di George W. Bush. Dato ciò che egli sa ora non credo che la pensi ancora allo stesso modo.

Lo scorso mese avevamo portato alla luce il fatto che Bill Christison, un uomo con 28 anni di carriera nella C.I.A., ex National Intelligence Officer e Direttore dell'Ufficio di Analisi Politica e Regionale della C.I.A., aveva affermato pubblicamente che l'11-9 è stato un affare interno.

Insieme con Ray McGovern, per 16 anni nella C.I.A., questo trio mette insieme un totale di più di 65 anni nell’ intelligence. Possiamo dire con sicurezza che sanno riconoscere un'operazione clandestina [‘covert op’ n.d.t.] quando ne vedono una.

Nel corso dei passati due anni abbiamo assistito a un diluvio di ex membri di governi o di agenzie di intelligence che hanno reso pubblici, audacemente, i loro dubbi sulla storia ufficiale dietro l'11-9. Questo è davvero incoraggiante e stabilisce un precedente per i futuri informatori che potrebbero considerare di intraprendere lo stesso cammino.

fonte: Steve Watson Etichette:

undefinedundefinedLa Domenica di Bellerofonte - parte 13 (1)



La palestra di Vanessa.

Perfino in un mondo in miniatura come è quello della ginnastica artistica femminile, Vanessa Ferrari fa la sua figura. 16 anni, 1,43 di altezza per 36 chili di peso. Altri segni particolari: quattro viti infilate nella mano destra, ricordo di un infortunio di un paio di anni fa. Ad Aarhus Vanessa ha sbancato tutto: il parterre mondiale, la concorrenza delle cinesi, delle rumene, delle russe e delle americane, i pronostici e pure la tradizione diventando campionessa del mondo. Ora che è una celebrità Vanessa chiede a Prodi una PALESTRA nuova per allenarsi, dotata di tutti i confort per far si che possa ripetere le gesta di Aarhus.

A questo punto una persona normale avrebbe pensato ad una bella idea al contrario a me è venuto in mente l’ultimo Rapporto sulla Convenzione Onu sui Diritti dell’Infanzia in Italia che postai nel vecchio bellerofonte a giugno.

Ora non dico che la palestra per la piccola Vanessa non sia utile ma è giusto non dimenticare che anche in Italia la situazione su malnutrizione, abusi e negligenze ai danni dei minori non è ancora al di sopra del livello di guardia, anche se, come documenta il Bilancio sociale 2005 dell’Unicef, pubblicato il 24 ottobre) in Italia nell’ultimo anno i donatori (sostenitori) sono arrivati a 500mila unità.

Benvengano le palestre, magari però dopo che i nostri bambini abbiano mangiato tutti (e tutti i giorni) un bel piatto di pasta.

Bellerofonte – giugno 2006

I bambini che chiedono soldi ai semafori o alcuni drammatici fatti di cronaca che documentano violenze, abusi e gravi mancanze e negligenze ai danni di minori, sono solo la manifestazione più visibile di tendenze strutturali che rileviamo e che ci preoccupano". E' il commento di Arianna Saulini, coordinatrice del Gruppo di Lavoro sulla CRC (Convenzione Onu sui Diritti dell'Infanzia e Adolescenza) e responsabile dell'Area Diritti di Save the Children Italia, nel presentare i "I diritti dell'infanzia e dell'adolescenza in Italia"- Secondo Rapporto di Aggiornamento sul monitoraggio della Convenzione sui Diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza in Italia. Una pubblicazione resa nota oggi, alla vigilia del 15° anniversario della ratifica della Convenzione Onu sui Diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza da parte dell'Italia (27 maggio 1991, e realizzata dal Gruppo di Lavoro per la CRC - una rete di 45 organizzazioni del terzo settore coordinate da Save the Children Italia (si veda nota in calce). Scopo del rapporto, l'esame di quello che il nostro paese sta facendo per tutelare i diritti dei minori e dare attuazione alle Raccomandazioni che il Comitato Onu sui Diritti dell' Infanzia ci ha rivolto nel 2003. I dossier che annualmente il Gruppo di lavoro redige confluiranno in un Rapporto Supplementare a quello che il governo italiano è tenuto a presentare alle Nazioni Unite nel 2008.

"Il rapporto prende in esame moltissime questioni relative all'infanzia: le misure di attuazione della Convenzione in Italia, i servizi sanitari e di assistenza all'infanzia, l'educazione, il gioco, le attività culturali, le misure di tutela dei minori", prosegue Arianna Saulini. "In questo quadro generale abbiamo rilevato alcune tendenze che richiedono massima attenzione e tempestività di intervento. In particolare siamo preoccupati per la riduzione in povertà di molti bambini insieme alle loro famiglie e dall'aumento di fenomeni di sfruttamento legati alle condizioni di disagio sociale, emarginazione e solitudine in cui si trovano molti minori sia stranieri che italiani".

La povertà minorile: quanto conta il "benessere" materno.
Il Rapporto"I diritti dell'infanzia e dell'adolescenza in Italia" conferma, per esempio, la preoccupante crescita della povertà minorile. Stime recenti valutano in 17 milioni i bambini in stato di povertà in Europa, con l'Italia al secondo posto per minori poveri.
Secondo il Rapporto del Centro di Ricerca Innocenti dell'UNICEF il 16,3% dei bambini nel nostro paese vive al di sotto della soglia nazionale della povertà.
"La riduzione in povertà di un più ampio numero di bambini è preoccupante e va ricollegata, tra l'altro, alle condizioni economico-sociali delle mamme", si legge nel Rapporto, "in particolare al loro status di occupate o disoccupate. L'Ocse, l'organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico ha infatti dimostrato una relazione inversamente proporzionale tra tasso di occupazione femminile e tasso di povertà tra i bambini ".
Tenendo presente che l'Istat ha segnalato nel quarto trimestre 2005 una diminuzione del tasso di occupazione femminile (nella popolazione in età compresa tra i 15 e 64 anni) di 0,2 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, "possiamo ipotizzare che le probabilità per un bambino italiano di vivere in condizioni di povertà siano risultate, nel 2005, superiori a quelle del 2004".

I minori migranti: un gruppo a rischio.
" Un'altra fascia di bambini e ragazzi particolarmente vulnerabile è quella dei minori migranti", spiega ancora la Coordinatrice del Gruppo di Lavoro per la CRC. "Il quadro che emerge dal Rapporto è quello di un gruppo ancora insufficientemente tutelato sin dall' arrivo alle nostre frontiere, dove approdano anche ragazzi provenienti da paesi in guerra, magari ex bambini soldato. Una volta entrati in Italia, la difficoltà di accedere a programmi di integrazione e successivamente di avere un permesso di soggiorno mette i minori migranti in una condizione di solitudine, di debolezza e quindi a rischio di cadere vittime di fenomeni di sfruttamento sia sessuale che lavorativo e di devianza".
Sono quasi 6.500 i minori stranieri non accompagnati in Italia (al 30 dicembre 2005), secondo i dati del Comitato minori stranieri. Provengono per lo più da Romania, Marocco, Albania. Di questi minori, sempre più numerosi (l'Italia è insieme alla Spagna il paese europeo con il più alto numero), "una percentuale rilevante è in Italia senza un regolare titolo di soggiorno, nonostante non possano essere espulsi e abbiano dunque diritto al rilascio di un permesso di soggiorno. Inoltre moltissimi di questi minori", si legge nel Rapporto, "si allontanano immediatamente dalle comunità di accoglienza in cui vengono inseriti, tornando a vivere in condizioni assolutamente inadeguate: in case o fabbriche abbandonate o per strada. Non vanno a scuola, non accedono all'assistenza sanitaria e sono dunque esposti a varie forme di sfruttamento e devianza".

La prostituzione minorile, tra sfruttamento e disagio sociale.
"La diffusione della prostituzione minorile, a volte collegata alla tratta dei minori*, è una delle facce della scarsa tutela e solitudine dei minori stranieri, benché il fenomeno coinvolga anche molti minori italiani", fa notare ancora Arianna Saulini. "All'interno del fenomeno della prostituzione merita una particolare attenzione quella maschile straniera tanto poco conosciuta quanto diffusa. E' importante sapere, per esempio", prosegue la coordinatrice del Gruppo"che tra i minori che si prostituiscono molti sono rumeni rom, una minoranza etnica particolarmente vulnerabile. Per questi ragazzi, spesso, la decisione di prostituirsi non è frutto della coercizione anche se resta elevato il rischio e anche i casi di sfruttamento, così come è ricorrente il coinvolgimento di questi minori in attività illegali". La prostituzione minorile italiana invece "riguarda, per lo più, bambini e ragazzi italiani che, a causa di condizioni socio-economiche disagiate, trovano, in modo coatto o autonomo, nella prostituzione, spesso in casa, a volte anche in strada, un importante supporto economico per sé o per il proprio nucleo familiare", si legge nel Rapporto del Gruppo di Lavoro. "Oppure rappresenta un mezzo per procurarsi sostanze psicotrope o una fonte di denaro per soddisfare bisogni non primari".

Le statistiche sui minori: i numeri mancanti.
Ma quanti sono i minori che si prostituiscono, quanti sono vittime di tratta, quanti i bambini che subiscono violenza e abuso, quanti i minori negli istituti o appartenenti a minoranze etniche?
"E' inaudito che su alcune questioni molto serie relative alle condizioni dell'infanzia in Italia, manchino da anni dati ufficiali", sottolinea ancora Arianna Saulini. "Ad oggi non conosciamo il numero di bambini e bambine che vivono fuori della famiglia", elenca, "non sono state istituite anagrafi regionali sul numero di minori in strutture residenziali come istituti e case-famiglia e non è operativa la banca dati dei minori dichiarati adottabili e degli aspiranti genitori adottivi. Mancano dati ufficiali sui minori Rom", prosegue. "Non è possibile stimare il numero di minori vittime di tratta dato che gli unici dati disponibili sono quelli relativi al rilascio dei permessi di soggiorno per protezione sociale e ancora incomplete sono le statistiche sull'abuso a danno di minori".

Le Raccomandazioni del Gruppo di Lavoro.
"E' evidente che i passi da compiere per garantire adeguata tutela ai minori presenti in Italia siano ancora molti, a partire da un'esaustiva conoscenza dei loro bisogni e dei problemi che li riguardano", commenta Arianna Saulini. "Alla luce di ciò il Rapporto del Gruppo di Lavoro vuole essere uno strumento utile e costruttivo. Oltre quindi a rilevare le eventuali carenze nelle politiche, nelle leggi e nelle azioni messe in atto dal nostro paese in favore dell'infanzia", precisa, " offre tutta una serie di raccomandazioni e indicazioni su cosa fare.
Per esempio, ci auguriamo che il nuovo Governo provveda quanto prima all'istituzione del Garante nazionale indipendente per l'infanzia. Rafforzi e implementi il meccanismo per la raccolta e l'analisi dei dati disaggregati sui minori. Provveda all'adeguata accoglienza dei minori stranieri in Italia regolamentando la materia relativa al rilascio del permesso di soggiorno, al diritto al lavoro, al diritto alla protezione all'arrivo in frontiera. Auspichiamo che sia finalmente approvata una legge sul diritto all'asilo. Che grazie all'azione congiunta di istituzioni e ong di settore, si avviino misure per il supporto ai minori vittime di tratta e di varie forme di sfruttamento, da quello sessuale, a quello lavorativo. Come Gruppo di Lavoro", conclude Arianna Saulini, "continueremo nella nostra attività di monitoraggio e di attenta osservazione di quanto il nostro paese sta facendo e farà per tutelare i diritti dei bambini presenti in Italia

fonte: help consumatori, Onu, Unicef Etichette:

undefinedundefinedIl problema è la carne scoperta. (0)



Durante un sermone di ramadan, il Muftì della moschea Lakemba di Sydney, Taj el Din al Hilaly, aveva invitato le ragazze a starsene a casa e indossare l'hijab per non correre rischi. "Se metti un pezzo di carne per strada senza coprirla e arriva un gatto che se la mangia, di chi è la colpa? Del gatto o della carne? E' la carne scoperta il problema", aveva detto.

Per questo motivo l'Associazione musulmana australiano-libanese ( la più grande organizzazione islamica Australiana) lo ha sospeso per tre mesi dalla comunità mussulmana.

Eppure, l'imam sotto accusa non sembra disposto a cedere il passo. Ieri si è presentato come sempre alla moschea per la preghiera del venerdì, anche se non ha tenuto il sermone, e quando è uscito, circondato da decine di fedelissimi, ha chiarito che non si farà da parte. Ai giornalisti che gli chiedevano quando si dimetterà ha risposto: "Dopo che avremo prima ripulito il mondo dalla Casa Bianca". Etichette:

undefinedundefinedGli spioni (0)



Nel giro di due giorni un'ombra inquietante si è stesa sulla politica italiana.

Prima si è appreso che nel precedente quinquennio una struttura legata al Sismi agiva contro politici (da Violante a Brutti a Visco) e magistrati (pool di Milano e Caselli) con l'intento di «disarticolare» con azioni traumatiche" un gruppo di "nemici" di Berlusconi. Poi abbiamo saputo che nella passata legislatura politici (Giorgio Napolitano e Romano Prodi in primis) ma anche non politici venivano ripetutamente spiati per intromettersi illegalmente nei loro dati tributari.

Una doppia ombra inquietante, appunto. E un sapore di ricatto, di intimidazione, di slealtà istituzionale che non dovrebbero avere cittadinanza in una libera democrazia come la nostra. Invece, dall'opposizione di oggi (e maggioranza di ieri, quando questi fatti incresciosi hanno avuto luogo) arrivano prevalentemente, con poche e lodevoli eccezioni (i soli Fini e Casini hanno definito la cosa inquietante) , reazioni infastidite, e un'irresponsabile rincorsa alla minimizzazione, se non addirittura all'irrisione di chi giustamente registra con allarme queste plateali degenerazioni della vita politica italiana.

I numeri dell'inchiesta della Procura di Milano fissano un dato numerico consistente nella sua genericità. Centodiciassette impiegati nelle amministrazioni civili dello Stato, dieci militari della Guardia di Finanza.

Una vera e propria associazione occulta che spia e segnala chi e come colpire, magari per invidia o più realisticamente su commissione (dietro lauta ricompensa). Hai un impresa, un negozio o magari sei un politico ? e magari mi stai sul cazzo ? Bene ho degli amici in Finanza vedo se e come posso colpirti e lo faccio. Ho banalizzato ma rende l'idea.

A tale proposito posto una lucidissima analisi di Giuseppe D'Avanzo pubblicata oggi sul quotidiano La Repubblica (molti suoi giornalisti erano nel mirino degli spioni).

La grande rete del potere occulto.

Se si separa il grano dal loglio, e non ci si fa confondere dal rumore delle chiacchiere, la trama di questo nuovo capitolo dello spionaggio illegale - affare integralmente politico - non ha alcun mistero. E' sufficiente saper leggere le impronte che i protagonisti "maggiori" dell'affaire hanno lasciato sulle cose. Bisogna chiedersi: quali informazioni abusivamente sottratte all'anagrafe tributaria sono state utilizzate in pubblico? Contro chi? A quale fine? E' la prima necessaria scrematura. E' vero, tra le vittime delle intrusioni ci sono anche, a quanto pare, calciatori e soubrette. Ma voi ne avete mai saputo qualcosa? No, perché quelle notizie fiscali non sono state agitate in pubblico contro di loro.

Dunque, tra i ficcanaso dell'amministrazione delle finanze ci sono degli scimuniti che, per curiosità invidia o vattelapesca, gettano un occhio sul reddito della gente che vede allo stadio o in televisione. Come è vero che, accanto agli scimuniti, appare un buon numero di pitocchi che, per un biglietto da venti euro, "vende" all'agenzia di investigazione privata il profilo finanziario e patrimoniale di un cittadino-contribuente. Magari molto utile alla moglie che, prossima al divorzio, vuol sapere quanto davvero guadagna il marito. Fin qui, siamo sempre nel territorio degli abusi e dell'infedeltà, ma non c'è nulla di politico. La politica - il fine politico - affiora quando si scopre che tra gli "spiati" ci sono Prodi, Napolitano e Berlusconi. Non tutti uguali, però. Perché gli "spioni" non riservano a tutti lo stesso destino.

Speculazioni con notizie riservate e abusive sulle finanze di Berlusconi, alla vigilia del voto di aprile, nessuno ne ha lette. Nessuno le ha sciorinate in pubblico. Un affondo, all'inizio dell'anno, contro il futuro capo dello Stato invece c'è stato. Pallido, sconveniente, non insistito. È soprattutto quel che accade a Prodi che ci fa comprendere qual è la macchina che si è messa in moto; chi sono i macchinisti; qual è l'obiettivo. Non sembra esserci alcun mistero.

Le tracce elettroniche, prova incontestabile dell'accesso clandestino, raccontano che la muffa aggredisce Prodi in tre ondate. Tra il 21 e il 24 novembre 2005; il 22 gennaio 2006; tra il 30 marzo e l'8 aprile. Non è un lavoro di curiosi. Non è fatica di chi apre il file "eccellente" e getta un occhio su una schermata, magari su due, e passa ad altro. È opera professionale che prende molto tempo, che richiede l'intrusione in più banche dati, che pretende uno screening esaustivo del Prodi contribuente: informazioni sul reddito, atti del registro tributario, partecipazioni societarie, atti di compravendita.

Di questo compito non si incarica un impiegato civile, ma - a quanto riferiscono autorevoli fonti - un militare, un sottufficiale della Guardia di Finanza. Che difficilmente si avventura in un'impresa temeraria di questo genere senza aver ricevuto un ordine superiore. Anzi, a sentire altre fonti vicine all'inchiesta, ci sarebbe già qualche "ammissione" su quegli "ordini venuti dall'alto".

Dov'è allora il mistero di questo ultimo affaire spionistico? Possono ancora essere un mistero inglorioso i passi storti consumati dentro la Guardia di Finanza? Abbiamo potuto vedere ingrassare la "politicizzazione della sicurezza nazionale" quasi mese dopo mese. Era sufficiente seguire le "strategie integrate" di influenti network all'interno della Guardia di Finanza e del Sismi.

Quasi ingranaggi di un unico ordigno. Al servizio segreto trasmigrano ottocento finanzieri e il patrimonio informativo dell'intelligence è alimentato dalle notizie raccolte nel territorio dalle sezioni "I" (Informazione, Intelligence) della Guardia di Finanza ed elaborate al centro dal II Reparto. Dal servizio segreto si trasmettono alla Guardia di Finanza richieste di informazioni, input, "obiettivi". I rapporti tra i vertici dei due apparati sono così stretti che, appena qualche mese fa, il direttore del Sismi Nicolò Pollari si lascia intercettare, nel corso delle indagini milanesi, mentre utilizza il telefono cellulare di Emilio Spaziante, capo di stato maggiore della Guardia di Finanza.

È quel "gioco grande" che, per cinque anni, ha alimentato l'ambizione di un inedito e nascente potere, sbocciato nel corso della legislatura appena chiusa, con l'integrazione tra lo spionaggio politico-militare del Sismi e l'intelligence economico-finanziaria della Guardia di Finanza. Un potere che, se capace di sopravvivere al cambio di regime, poteva diventare - può ancora diventare - un moloch con cui una politica debole e un capitalismo fragile dovrebbero fare i conti, stringere patti o subirne umori e voglie, come nel silenzio di una politica timorosa o intimidita ha scritto Repubblica, otto mesi fa. Nel silenzio assordante di leader politici di prima e seconda fila che oggi, finalmente desti, chiedono che si faccia qualcosa.

In quel silenzio, e gliene va dato oggi atto, soltanto Marco Minniti (adesso viceministro agli Interni) ebbe il coraggio di levare la voce e proporre all'opinione pubblica una radiografia che ora appare esatta forse più di quel che allora immaginava il suo autore. Disse Minniti a Repubblica, era il 12 marzo: "Questa maggioranza e questo governo hanno fatto una scelta disastrosa. Hanno politicizzato la nostra sicurezza nazionale, privatizzandone interi pezzi. In nome di un interesse politico di parte, hanno creato le condizioni perché si sviluppasse un agglomerato oscuro fatto di agenzie di investigazione e polizie private in combutta con infedeli servitori dello Stato, che a quell'interesse di parte rispondono e che in nome di quell'interesse di parte si muovono, in una logica di ricatto. È uno spettacolo spaventoso e per nulla antico. Al contrario è assai moderno e vi si colgono i tratti propri delle derive autoritarie anche di altre grandi democrazie moderne".

Dov'è allora il mistero? Da mesi è tutto sotto i nostri occhi. E il problema oggi non è soltanto che cosa accaduto e per responsabilità di chi. Le responsabilità politiche del governo Berlusconi sono evidenti, nonostante il polverone. La questione che sembra ancora non trovare il giusto rilievo nell'agenda politica del governo Prodi e della maggioranza che lo sostiene è "che fare", come farlo, quando farlo? Si odono litanie farfalline, sortite irrilevanti. Si immagina che l'oscurità che ha fatto di piombo la qualità della democrazia nei cinque anni passati sia lavoro di poche "mele marce" nel cesto mentre invece è della forma di cesto che ci si dovrebbe occupare. Si dice: la magistratura faccia il suo lavoro. Dimenticando che i tempi della giustizia sono lunghissimi, illuminano fatti penalmente rilevanti e puniscono - quando puniscono - soltanto responsabilità personali.

È una macchina che soltanto impropriamente e "per supplenza" affronta fenomeni e patologie. È la meno adatta a dare le risposte concrete e immediate che appaiono necessarie per diradare la nebbia spessa che sembra avvolgere la vita pubblica italiana. Si dice: il Parlamento avvii una commissione d'inchiesta che abbia i poteri d'indagine della magistratura.

E con quali tempi, ammesso che il lavoro di questa commissione sia più decente di quello di altre commissione del passato, si giungerebbe a un esito utile? Sei mesi? Un anno? Per intanto, il moloch se ne starà quieto ad attendere la sua fine o si difenderà come può e come purtroppo sa? La verità è che nessuno ieri, nel gran chiasso dichiaratorio, ha chiesto che il governo faccia subito la sua parte. Garantisca subito, con gli strumenti a sua disposizione, l'affidabilità, la correttezza e la trasparenza delle burocrazie della sicurezza infettate. Promuova il governo, subito, una commissione d'inchiesta amministrativa che possa restituire dignità a quelle istituzioni dello Stato e serenità a chi, come tutti noi, deve sentirsene protetto.

fonte: Repubblica Etichette:

undefinedundefinedViolenze sessuali, il disegno di legge. (0)


Arriva il giro di vite contro gli stupri e le violenze sessuali. Barbara Pollastrini, ministro per le Pari opportunità, lo aveva promesso in agosto, già prima dell'ondata di violenze che ha travolto le nostre città nelle ultime settimane. E venerdì 27 Ottobre il «pacchetto» di provvedimenti dovrebbe finire sul tavolo di Palazzo Chigi, pronto per il via libera del governo.
Un pacchetto fitto e senza sconti. Il disegno di legge, messo a punto dal ministro Pollastrini e dal ministro della Giustizia Clemente Mastella, prevede una piccola rivoluzione in materia all'interno del codice penale. Ci saranno pene più severe per tutti i reati a sfondo sessuale: in caso di stupro saranno innalzate le pene minime, in molti casi saranno soppresse le attenuanti generiche.

Ma non solo: nel codice penale verranno introdotti i nuovi reati di molestie e di minacce persecutorie (dall'inglese: stalking). Si rischieranno da due a quattro anni di carcere. E questo contro i 51 euro di multa dell'unico reato oggi previsto dal nostro codice, quello di minaccia semplice. Che soltanto se molto grave può arrivare a un anno di reclusione. Ancora tutti da definire i dettagli di questi due nuovi reati: spetterà ai tecnici dei ministeri di Giustizia e Pari opportunità stabilire come definire una persecuzione. Quante telefonate, email o sms possono diventarla. In generale sarà il magistrato volta per volta a stabilirlo, ma il criterio sarà uno: la minaccia o la molestia dovrà avere il carattere dell'ossessività. La riunione del tavolo tecnico è prevista per domani, e a quel tavolo dovrebbe sedersi anche il ministero dell'Interno.

Domani sarà il momento di stabilire anche l'inasprimento delle sanzioni penali per la violenza sessuale. Attualmente viene punita con una pena che prevede da cinque a dieci anni di galera e l'intenzione è di alzare il minimo ed arginare in questa maniera l'effetto di ipotetiche attenuanti generiche. In sostanza: si vuole arrivare a far sì che lo stupratore rimanga in carcere davvero, e a lungo. Senza sconti.

L'inasprimento delle pene, però, sarà a tutto campo, per tutti i reati a fondo sessuale. Per capire: se parliamo di telefonate oscene, pedinamenti, atti di esibizionismo o anche molestie fisiche, si potrà finire in carcere fino a quattro anni, a dispetto di una pena che oggi prevede fino a sei mesi di prigione e una multa di 516 euro.

Era ora, visto che a giudicare dai dati Istat (ultimo riferimento del 2004 segnalavano) oltre il 55% delle donne italiane tra i 14 e i 59 anni ha subito nella vita almeno una molestia sessuale.

fonte: corriere.it Etichette:

undefinedundefinedLiving Planet Report 2006 (0)


Gli ecosistemi naturali si stanno degradando a un ritmo impressionate, senza precedenti nella storia della specie umana e la conseguenza più immediata è la perdita di biodiversità. Le conseguenze di questi processi sono catastrofiche già nel medio periodo: entro il 2050 le risorse della Terra non saranno più sufficienti, se continueremo a sfruttarle a questi ritmi.

Sono le conclusioni del "Living Planet Report 2006", l'ultimo rapporto del WWF, giunto alla sua sesta edizione, presentato il 23 Ottobre a livello mondiale proprio da uno dei paesi a più rapido sviluppo, la Cina. "Fare dei cambiamenti che migliorino i nostri standard di vita e riducano il nostro impatto sulla natura non sarà facile - ha detto il direttore generale di Wwf International, James Leape - ma se non agiamo subito le conseguenze sono certe e terribili".

Secondo il rapporto, che è stato redatto dopo due anni di studi, la perdita di biodiversità già segnalata nelle precedenti edizioni è sempre più marcata e il consumo di acqua, suolo fertile, risorse forestali e specie animali ha raggiunto livelli intollerabili per il pianeta. Il rapporto dimostra che in 33 anni (dal 1970 al 2003) le popolazioni di vertebrati hanno subito un 'tracollo' di almeno 1/3 e nello stesso tempo l'impronta ecologica dell'uomo - cioè quanto 'pesa' la domanda di risorse naturali da parte delle attività umane - è aumentata tanto che la Terra non è più capace di rigenerare ciò che viene consumato.

Il rapporto del Wwf ha analizzato in tutto 695 specie terrestri, 344 di acqua dolce e 274 specie marine. Negli oltre trent'anni presi in considerazione le specie terrestri si sono ridotte del 31%, quelle di acqua dolce del 28% e quelle marine del 27%. Il secondo indice, l'Impronta Ecologica, misura la domanda in termini di consumo di risorse naturali da parte dell'umanità. Il "peso" dell'impatto umano sulla Terra è più che triplicato nel periodo tra il 1961 e il 2003. Questo rapporto mostra che la nostra impronta ha già superato nel 2003 del 25% la capacità bioproduttiva dei sistemi naturali da noi utilizzati per il nostro sostentamento. Nel rapporto precedente era del 21%.

In particolare, l'impronta relativa alla CO2, derivante dall'uso di combustibili fossili, è stata quella con il maggiore ritmo di crescita dell'intera impronta globale: il nostro "contributo" di CO2 in atmosfera è cresciuto di nove volte dal 1961 al 2003. L'Italia ha un'impronta ecologica (sui dati 2003) di 4,2 ettari globali pro capite con una biocapacità di 1 ettaro globale pro capite, dimostrando quindi un deficit ecologico di 3,1 ettaro globale pro capite.

fonte: Repubblica.it Etichette:

undefinedundefinedControl Arms (0)


E' atteso per la tarda serata (ora italiana) di mercoledi 25 ottobre, il voto in I Comitato dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite su una risoluzione che chiede l'avvio dei lavori per la stesura di un Trattato internazionale sul commercio di armi. La risoluzione ha raggiunto intanto il sostegno di oltre 100 governi, tra cui quello italiano. "E' fondamentale che la delegazione italiana sia fisicamente presente alla sessione del Comitato di mercoledi 25 e incoraggi le altre delegazioni ad assicurare la propria presenza" - segnala una nota della Campagna Control Arms.

Nella lista dei 100 paesi sponsor della risoluzione tre dei sei principali esportatori globali di armi (Francia, Germania e Regno Unito), alcuni paesi il cui export di armi è in forte sviluppo (Brasile, Bulgaria e Ucraina) e molti paesi devastati dalla violenza delle armi (tra cui Colombia, Haiti, Liberia, Ruanda e Timor Leste): ma peserà sul voto l'influenza e l'opposizione di Usa, Cina e Russia che nel luglio scorso ha portato al fallimento la Conferenza mondiale dell'Onu sulle armi leggere.

fonte: Control Arms, Unimondo, Mauro Biani. Etichette:

undefinedundefinedAA- (1)

In riferimento al bel post di animasalva e alle varie cavalcate di onda in stile padania dell'ultimo periodo (leggi Vicenza), credo sia giusto fare un minimo di chiarezza ed essere realisti.

Tirar l'acqua al proprio mulino non serve a nessuno.

L'agenzia Fitch (per citare l'ultima) ha declassato il rating sul debito pubblico italiano riducendolo da AA ad AA-. Dopo la retrocessione l'outlook e' stato portato da negativo a stabile.

L'agenzia londinese "riflette il peggioramento delle finanze pubbliche del Paese con un debito pubblico in aumento dal 2004 e un forte calo dell'avanza primario, dovuto soprattutto a pressioni a livello di spesa".

Fitch riconosce l'impegno dei "leaders" del governo Prodi per un "bilancio responsabile" ma ritiene che "sarà difficile che riuscirà ad attuare le forti riforme di bilancio necessarie per riportare l'avanzo primario al 3,5% del pil nel breve o nel medio termine, come sarebbe necessario per riportare fermamente il debito pubblico su un percorso di discesa nei confronti del pil".

"Non è chiaro quanto dell'aumento a sorpresa del gettito fiscale sia strutturale o rappresenti un miglioramento soltanto ciclico che riflette l'attesa accelerazione della crescita del pil all'1,6% dal livello zero del 2005".

Questo in breve quello che è stato riportato dalle varie agenzie di stampa.

Ora da profano mi domando se "riconosce" come fa a dire che sarà "difficile riuscire" ?
Fa comodo a tutta l'opposizione pensare che il declassamento sia avvenuto perchè viviamo in un paese che ha aumentato la torchia fiscale senza tagliare la spesa pubblica, in gran parte parassitaria o magari perché prima di decurtare le pensioni, la cosca di potere avrebbe dovuto tagliarsi gli enormi stipendi e le flotte di auto blu o perché mantiene l’Alitalia coi suoi parassiti. Ma sarebbe da ipocriti non ammettere che questi problemi esistono in Italia da ormai svariati anni. Allora mi domando perchè non siamo retrocessi all'epoca del governo Berlusconi ?

Perchè, come anche già segnalato da Maria Giovanna Maglie su Dagospia, il declassamento è dovuto ad altri fattori ed in particolare a quell'articolo di cui ho parlato un paio di giorni fa scritto da Debkafile e cioè che Romano Prodi, con l’assenso del sempre attento agli affari arabi Jacques Chirac, ha ordinato al ministro della Difesa, Arturo Parisi, di vendere al governo di Fouad Siniora (libano) una fornitura di alcune batterie contraeree di missili Aster 15 di produzione franco-italiana. Inutile negarlo sappiamo benissimo che le agenzie di rating "americane" (ragionano cioè alla stessa maniera..) sono notoriamente sensibili ai destini di Israele.

E allora ? Allora non rischieremmo che l’Italia debba uscire in catastrofe dall’euro(la fine dell’Argentina, tante volte preconizzataci dal Wall Street Journal e dal Financial Times) per questo alla fine quelle armi non saranno consegnate al legittimo governo del Libano ed il nostro rating aumenterà di nuovo. Unico rischio è che magari Prodi dovrà sloggiare e al suo posto ci sarà una grande coalizione di interessi "di centro", Confindustria con Mediaset (l'asse Berlusconi-Casini), Mastella e D’Alema.

Risparmiateci la cavalcata non siamo degli idioti, per questo è ora di preparaci al peggio.

p.s. visto che in molti non lo sanno è anche doveroso far capire che cosa vuol dire AA-, queste le classi di rating di Standard & Poor's:

AAA- Elevata capacità di ripagare il debito
AA- Alta capacità di ripagare il debito
A- Solida capacità di ripagare il debito, che potrebbe essere influenzata da circostanze avverse
BBB- Adeguata capacità di rimborso, che però potrebbe peggiorare
BB, B- Debito prevalentemente speculativo
CCC, CC - Debito altamente speculativo
D - Società insolvente Etichette:

undefinedundefinedPutin-pazzie (0)


Il caro buon vecchio Putin, l'amico segreto di Bush e il responsabile delle stragi in Cecenia, dichiara che noi italiani siamo un popolo di mafiosi.

Ora che in Italia ci sia la mafia è inutile negarlo ma che lo siamo tutti mi sembra un tantino esagerato.

Non sarebbe meglio che Putin si dedicasse con più enfasi ai problemi del suo paese ? Visto che dopo la tragica morte della giornalista russa Anna Politkowskaja, uccisa a colpi di arma da fuoco e trovata morta due settimane fa nel corridoio della sua casa, l'Associazione per i Popoli Minacciati (APM) sta ancora aspettando una risposta chiara sulla vicenda ?

O magari anche i servizi segreti russi sono "mafiosi" ? Etichette:

undefinedundefinedLa Domenica di Bellerofonte – parte 12 (0)



L'Obiettività.

Ormai privi di obiettività e religiosamente proiettati a difendere il verbo della nostra fede ideologia tralasciamo di approfondire temi di interesse fondamentale. Giornalisti, politici, professori, storici, filosofi, presentatori e finanche vallette e vu comprà tutti proiettati ed in fila come pecorelle appresso al verbo dell’ideologia mascherata da sentimento portato dal cuore.
Essere di destra o di sinistra non ha più senso, bisogna capire che per sopravvivere bisogna aprire gli occhi e non essere. Il documentarsi al fine di poter scoprire la verità deve tornare ad essere il piacere di documentarsi per raccontare la verità. Invece mi vivo un paese nascosto che ci sta togliendo piano piano il pane dai denti imboccandoci attraverso pupe e secchioni, costanzi e venture, menzogne e menzogne. Cerchiamo di tornare ai margini di questa nostra Italia e di riconquistare quella libertà di pensiero che ci ha fatto diventare quelli che eravamo ma non siamo più.

Oltre al citatissimo (e amico) Marco Travaglio nell’ultimo mese abbiamo assistito a due episodi di intolleranza da fratellanza ideologica e se pur non condividendo parte dei pensieri (passati) di entrambi mi appresto a lodarli per la loro obiettività. Perché hanno saputo discendere dal loro credo in nome di una libertà di esposizione di pensiero che va oltre l’appartenenza politica ed ideologica (quella che in molti ritengono che sia vicino al cuore, ma in che in realtà risiede nella parte più razionale del nostro cervello condizionando cosi i nostri sentimenti).

Parlo di Giampaolo Pansa e Vittorio Sgarbi.

Il primo, autore de La Grande Bugia, è stato aggredito a Reggio Emilia, regno dell'ultradestra rossa, dove è nato il partito comunista combattente delle Brigate Rosse (da una costola del PCI), in una delle zone dove più marcati furono i massacri di socialcomunisti neri, preti e democristiani, all'indomani della Liberazione dal socialcomunismo nero (fascismo).
La grande Bugia dopo il Il Sangue dei vinti, Prigionieri del silenzio e Sconosciuto 1945, è un ulteriore tassello che si aggiunge a quel filone storiografico che con grande fatica sta svelando i misteriosi buchi neri che ruotano attorno alla storia del nostro dopoguerra, ed è anche una sorta di rivincita che, con “una cattiveria allegra” della quale si dice essere “molto felice”, lo scrittore e giornalista piemontese si è voluto prendere nei confronti dei suoi tanti detrattori che in questi anni non hanno fatto altro che lanciargli pesanti accuse di revisionismo, ben nota infatti l’appartenenza politica di Pansa, da sempre dichiaratamente di sinistra.
In un contesto dove per più di 50 anni la Resistenza è stata monopolio quasi assoluto della storiografia d'impronta comunista e soprattutto del Pci, che è arrivato a far credere agli italiani di esser stato l'unico partito a fare la guerra ai fascisti e ai tedeschi dopo l'8 settembre, la grande bugia ha provocato un terremoto culturale. Anche perché per Pansa omicidi come quello di Anno Manfredi furono il risultato di operazioni pianificate da veri e propri “adroni della morte” e questo, si sa, in un Paese fazioso come l'Italia, dove i fascisti sconfitti non hanno mai potuto raccontare in pubblico ciò che gli è accaduto, è vietato anche solo pensarlo.
In un Paese normale libri come La grande bugia si leggerebbero per quello che sono, cioè per approfondire la storia che ha interessato i propri padri. Da noi invece scatenano violente polemiche che spesso sfociano in una vera e propria censura degli autori, i quali non di rado finiscono per cadere nell'oblio. Questo fortunatamente non è il caso di Giampaolo Pansa, il quale ancora una volta potrà vantare il merito di aver fatto conoscere in modo completo, senza omissioni troppo scandalose e soprattutto senza tante bugie, la storia a quei milioni di italiani che pur non essendo fascisti nemmeno si riconoscono nelle posizioni dell'Anpi o dei vecchi del Pci.

Il secondo è stato invece aggredito verbalmente da tutta la coalizione del centro destra, e soprattutto dal Sindaco di Milano Letizia Moratti (quella che in cinque anni di governo ha massacrato e rivoluzionato il sistema scolastico italiano portando riforme che hanno allontanato professori e studenti dall’istruzione) per aver infranto due tabù: i graffiti e il Leoncavallo. Anzi i graffiti del Leoncavallo.

Paragonandoli alla Cappella Sistina della contemporaneità ha chiesto che siano vincolati dalle Belle Arti, che diventino un percorso obbligato della Milano contemporanea, che siano catalogati e pubblicati in un volume del Comune. A chi gli ha contestato l’illegalità delle opere (una marea di perbenisti, capeggiati dal noto stilista Giorgio Armani e dal Assessore all’Arredo Urbano di Milano Maurizio Cadeo, hanno esclamato: cazzo scrivono sui MURI, mettiamoli in manette) ha risposto con un sintetico “Non mi interessa. A me interessa il risultato estetico. Sarebbe gravissimo cancellare un documento così peculiare della creatività dei nostri temp”. Come dire: il Leonka non si tocca. Le ruspe, in via Watteau, non devono passare.
Spiegando perché : “..ma non li vedete questi palazzi di merda che circondano la zona. Altro che buttare giù i muri, andrebbero consacrati, se aspettiamo 30 anni, ci troveremo di fronte a qualcosa come il movimento futurista. Ci sono artisti di qualità. I perbenisti possono vederla in un altro modo, ma il Leonka è il luogo della creatività. Anzi: l’estetica contemporanea a Milano è il Leonka..” . Continuerà citando Baudelaire, Verlaine e Rimbaud per spiegare il suo concetto di illegalità artistica, in cui Non c’è niente come l’illegalità per produrre la creazione precisando giustamente che il Leonka si può contrastare sulla legalità poliziesca, ma non sulla creatività artistica.

Adoro Basquiat, Haring e Wharol (per citare i più conosciuti e quasi contemporanei) come tutti gli altri artisti che hanno accompagnato la mia infanzia grazie alla passione di mia madre che mi ha sempre spiegato che ogni forma d’arte va rispettata perché è il solo vero legame con il nostro passato estetico e filosofico.
Sorrido quando personaggi come Tiziana Maiolo (Ex giornalista del Manifesto, ex esponente di Rifondazione Comunista, folgorata dal venerabile Berlusconi e reclutata da Forza Italia, ex assessore ai Servizi sociali di Milano che chiuse alla stampa due dei centri in cui furono sistemati i cento rifugiati politici che avevano occupato piazza del Duomo nel 2005 e meritatamente non citata neanche su Wikipedia) dichiarano: “Il Leonka prima deve imparare a stare sul mercato come tutte le altre aziende. Senza occupare posti altrui. Se poi tra loro ci sarà un Basquiat, il Comune è disposto ad aiutarlo”.
O Giovanni Terzi (assessore al tempo libero e allo sport di Milano): “non sapevo che Michelangelo andasse in giro a scarabocchiare sui muri” o come il capogruppo di AN Carlo Fidanza: “Questa volta, la cappella l’ha fatta Sgarbi”.

Sorrido al pensiero di poter un giorno tornare a leggere o a guardare un telegiornale privo di condizionamenti politici ed ideologici.

Fuori siamo soli in un mondo di ciechi per questo vi dico e vi auguro di essere liberi dentro. Etichette:

undefinedundefinedHezbollah Prodi. (0)

Difficile capire quale sia il ruolo dell'Italia in Libano, le televisioni ci mostrano un Prodi indaffarato a far da pacere (con tanto di consensi ONU) mentre Debka pubblica un documento che lo trasforma nel più vile dei faccendieri.
Ci piacerebbe capire ove risiede la verità ma sopratutto ci piacerebbe poter sentire alla tv anche il lato d'ombra. Ma dove sono, ora, tutti quei giornalisti spavaldi che non si fermano di fronte alle tragedie di piccoli bambini uccisi e che si nascondono quando serve il loro contributo ?

Quello che emerge è che c'è gente che sta facendo affari con una delle due parti in causa. Gente che fa parte del contingente di interposizione ONU. Gente che dovrebbe astenersi dal rifornire di armamenti una delle due parti in causa. Se confermato, si tratta di uno scandalo senza precedenti. Questi gli appunti mossi da Debka:

"..According to DEBKAfile’s Rome sources, prime minister Romano Prodi has instructed his defense ministry to negotiate with the Fouad Siniora government the quick sale of an Aster 15 battery, the only Western surface-to-air missile with an active guidance system capable of last-minute corrections of targeting at the moment of interception. As a joint Franco-Italian product, the sale also needed - and obtained - approval from French president Jacques Chirac. Our sources report the Aster 15 will be accompanied by Italian instructors to guide Lebanese troops in their use. Since 50% of those officers are Shiites loyal to Hizballah or Amal, the Shiite terrorists are looking forward to gaining access for the first time to top-of-the-line Western anti-air missile technology. On Oct. 13, Lebanese chief of staff General Michel Suleiman informed his officers posted on the Lebanese-Israeli border of the Beirut government’s “indefatigable efforts” to obtain anti-air missiles to hit patrolling Israeli aircraft. He added that very soon, Lebanon would also acquire long-range anti-tank rockets to prevent Israeli tanks again crossing the border. Commanders of the French UNIFIL contingent have threatened to fire on Israeli warplanes in Lebanese skies, according to Israel defense minister Amir Peretz in a briefing to a Knesset panel Monday, Oct. 16. Israel has so far refrained from protesting to Rome against the Aster 15 sale - any more than it has to Washington, the UN Security Council or UNIFIL over illegal Hizballah movements and arms-smuggling.."

Fonte: Debka file. Etichette:

undefinedundefinedIl Bello e la Bestia (0)


Eliminato dalla trash-isola il Bestemmiatore Ceccherini, nel frattempo fra uno strip e l'altro la Lessa ne approfitta per dare lezioni di moralismo e gli da dell'Infame.

Bestemmiare non è bello.. ma la Lessa ci risparmi i suoi sermoni.

Gira la ruota, gira la ruota, gira la ruota: CENTO.. CENTO.. CENTO.. Etichette:

undefinedundefinedPoggiolini School. (0)


Poggiolini ha fatto scuola, dai soldi agli esseri umani il passo è breve.

Quando i carabinieri sono arrivati per arrestarlo Francesco Abbinante, 31 anni, ritenuto elemento di spicco del clan camorristico dei "Di Lauro", si è nascosto nel doppiofondo ricavato in un divano. Ma i carabinieri sono riusciti comunque a trovarlo e ad arrestarlo, ponendo fine a quattro anni di latitanza.

Abbinante, già condannato a 14 anni di reclusione per traffico internazionale di stupefacenti, era ricercato per due ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse su richiesta della Dda nel settembre 2002 e nel gennaio 2003.

L'uomo si nascondeva, insieme alla moglie e tre figli, a Marano, in provincia di Napoli, in un appartamento di un parco residenziale. Il doppiofondo del divano all'interno del quale l'hanno trovato i carabinieri poteva essere chiuso dall'interno con un chiavistello.


Acquarello: Franco Matticchio Etichette:

undefinedundefinedViene il giorno che spariamo. (0)


Nel 1993 è stato condannato a pagare una multa di 750.000 lire perché ritenuto responsabile di aver picchiato un bambino marocchino.

Il 19 ottobre 2005 è stato condannato in via definitiva a 5 mesi di carcere perché ritenuto responsabile dell'incendio appiccato ai pagliericci di alcuni immigrati che dormivano sotto un ponte a Torino nel 2000.

Tra le sue "azioni" anche un'incursione su un treno fermo in stazione, durante la quale, con il sostegno di alcuni volontari leghisti, ha spruzzato disinfettante sulle poltrone dove erano sedute delle prostitute extracomunitarie.

Attualmente è deputato del Parlamento europeo, eletto nel 2004 per la lista della Lega Nord nella circoscrizione nord-ovest, ricevendo 35 mila preferenze.

Ieri, 17 Ottobre, in un intervista alle iene ha risposto all'affermazione dell'inviato che gli diceva di essere "moderato" testuali parole:
"Viene il giorno che spariamo !" Etichette:

undefinedundefinedSequestrati i tamponi delle Iene. (1)



La Procura di Roma ha fatto sequestrare tutto il materiale filmato e cartaceo che è stato usato dal programma 'Le Iene' a proposito del programma riguardante i parlamentari che fanno uso di stupefacenti. Sequestrati anche i "tamponi" usati nel servizio per poter analizzare i parlamentari.

Sulla vicenda indaga il pubblico ministero Salvatore Vitello, al quale gli investigatori hanno già consegnato un primo rapporto. Sabato scorso la Procura della Repubblica aveva aperto un fascicolo ipotizzando contro ignoti il reato di violazione della privacy. Etichette:

undefinedundefinedLinkare è reato. (0)

"Se linkare è reato allora sarebbe a dire che io devo togliere tutti i link che ho nel sito".

Se provate a inserire in google syncast ed il nome di una squadra di calcio di serie A avrete una marea di link con i collegamenti per vedere attraverso windows media player l'ultima partita. Io ho provato domenica con Syncast Fiorentina e il risultato lo travate cliccando qui (ah funzionava davvero) sul sito della Fiorentina stessa.

Paradossale.

Liberamente tratto dall'amico Beppe Grillo.

L’antefatto.
Il canale televisivo cinese CCTV trasmette in chiaro in Cina partite di calcio regolarmente acquistate. Synacast, società di capitali cinese, invia il segnale su Internet, in apparente accordo con CCTV.Le partite del campionato italiano comprate da CCTV si possono quindi vedere in tutto il mondo in Rete con applicazioni P2P, che consentono lo scambio di informazioni.

Il fattaccio, Sky e la Giustizia.- Due ragazzi italiani inseriscono nei loro portali dei link al sito cinese
- Sky li denuncia
- I portali sono chiusi dalla Guardia di Finanza e i ragazzi inseriti nel registro degli indagati per violazione delle norme sui diritti d’autore per aver consentito la visione di partite del campionato italiano di serie A e B
- la richiesta è respinta dal giudice e i pc sono restituiti
- Sky non si arrende e un pm porta la causa in Cassazione. La grande Corporation contro due ragazzi
- Questo blog fornisce un aiuto economico per l’ assistenza legale a uno dei due ragazzi, Luca De Maio.

L’epilogo (per ora).
La Cassazione ordina un nuovo processo nei confronti dei due ragazzi perchè hanno “illecitamente diffuso e trasmesso via Internet con la modalità peer to peer eventi sportivi dei quali Sky vantava appunto l’esclusiva”.

Considerazioni finali.
La Cassazione ha introdotto il reato di linkaggio.
Chi inserisce un link a un programma televisivo, un filmato, una qualunque opera coperta da diritto d’autore, già venduti on line in un altro Paese, potrebbe essere perseguibile. Se cerco con Google il link al sito cinese e poi lo uso, ho forse commesso un linkaggio giudiziario? Perchè Merdock non fa causa anche a Google e, visto che c’è, a tutta la Rete. Quanti siti nel mondo ospitano il link al sito cinese? Decine di migliaia? Autodenuciatevi alla Cassazione inviandole una mail. Nel frattempo noi del blog potremmo dare un aiuto ai supremi giudici con un corso gratuito di introduzione a Internet.

Fonte: beppegrillo.it

Link: il sito della CCTV, quello della synacast quello della coolstraming italia e quello della coolstreaming usa.

Appendice: La Domenica di Bellerofonte parte 11 - Diritti d'Autore, il mio caso. Etichette:

undefinedundefinedVallettology (0)




Il fenomeno Gregoraci: si tromba Salvo Sottile per andare in tv ed invece finisce sui giornali, rimorchia Briatore al Bolognese di Milano e riesce in un colpo solo ad essere reclutata per ben tre attività (distinte e ben remunerate).

1) Il posto di valletta a Buona Domenica (della maitresse Costanzo in Mora)
2) Il calendario di Maxim, con tanto di intervista scaccia colpe (nel numero di ottobre)
3) La pubblicità di Tre (interrotta sistematicamente dai vari film in onda)

Certe pessime abitudini non finiscono mai. Etichette:

undefinedundefinedI Passaporti volano. (0)



Il passaporto di Cory Lidle, 34 anni, un noto giocatore di baseball, un pitcher della squadra dei New York Yankees, è stato trovato in strada, ha riferito la Cnn (la notizia è apparsa sul Corriere della Sera di Domenica).

Ora è lecito domandarsi come è stato possibile che il passaporto del novello pilota si sia potuto salvare:
A) dall'impatto
B) la carta brucia ampiamente sotto i 400° C
C) E' improbabile che sia volato fuori.

Ovviamente il ritrovamento del passaporto ha aperto ulteriori "falle" alla vicenda, ad esempio se guardate la foto non si vede nessun foro d’entrata, non si vede nessun rottame, niente di niente. Eppure il Cirrus SR20 pesa più di una tonnellata e viaggia a 370 km/h.

L’ipotesi più plausibile è che l’incendio si sia sviluppato dall’interno. Sul Corriere si legge “Le immagini diramate dalla Cnn e da altri media americani hanno mostrato uno squarcio non particolarmente esteso nella facciata dell’immobile. L’interno dell’edificio, in corrispondenza dell’apertura, è stato a lungo completamente avvolto dalle fiamme.” e ancora “era stato lanciato poco prima dell’impatto un sos segnalando problemi con il carburante.”

Se l’aereo era a secco di carburante come si spiega l’incendio furioso divampato nell’edificio? Etichette:

undefinedundefinedSean Pean: Out with Bush. (0)

Sean Penn ha rilasciato questa dichiarazione il 2 ottobre 2006 al Great Hall of Cooper Union, a New York. L’articolo è stato letto da Mark Ruffalo (co-interprete nel film All the King's Men) in un incontro straordinario del World Can't Wait Drive Out the Bush Regime convocato in seguito all’approvazione del Torture Bill e in preparazione delle dimostrazioni del 5 ottobre, organizzate in più di 190 città della nazione.

Questa la traduzione integrale del discorso.

Gli arroganti, gli ingannati e i codardi sosterrebbero che un immediato ritiro delle truppe dall’Iraq porterebbe alla perdita di fiducia e di credibilità degli Stati Uniti. In realtà, il Presidente Bush e i suoi funzionari hanno già perso moltissima credibilità a livello internazionale. Ma il fatto forse ancora peggiore, è che essi hanno creato la più grossa divisione culturale, religiosa e politica interna dai tempi della Guerra Civile.

Noi, la popolazione degli Stati Uniti, abbiamo davanti un’opportunità unica: quella di mostrare a noi stessi e agli altri che la missione che l’amministrazione Bush persegue non è la nostra. E guidando il nostro Paese da veri cittadini chiedendo al nostro governo di ritirare immediatamente l’esercito nonché i nostri investimenti economici in Iraq, possiamo dimostrare al mondo che la democrazia è davvero il governo delle persone. Non c’è un messaggio migliore da mandare al mondo di quello di fare vedere che noi possiamo scegliere in materia di politica, di pace e di supporto umanitario.

Sotto il fascismo, l’individuo serve lo Stato. Dimostriamo al mondo che con la democrazia, noi possiamo dare allo Stato l’incarico di realizzare le nostre proposte, e che queste scelte non sono prese a caso e date in mano agli amici del potere. Lo Stato dovrebbe essere ovunque la casa della gente di libertà. Questa è un’amministrazione che difende la tortura, imbroglia la gente, spende milioni di dollari in una guerra fallita. Questa è un’amministrazione in cui nell’anno di Katrina, Exxon Mobil ha dichiarato il più alto margine di profitto nella storia del business mondiale. E’ un’amministrazione che sminuisce, svaluta, inganna e addirittura uccide i nostri fratelli e sorelle, i nostri figli e figlie.

Al confine tra Stati Uniti e Messico, andiamo in panico nel sentire nominare la parola Entrata illegale, ma non battiamo ciglio quando i nostri anziani fanno la fila ogni sabato mattina con le loro sedie a rotelle, con le loro stampelle e i bastoni, con le loro sofferenze nell’afa del deserto per entrare in Messico dove possono ottenere cure mediche più economiche. Non ci accorgiamo che in realtà questo presidente sta letteralmente buttando la nonna costretta in sedia a rotelle giù dalle scale con il sorriso sulla faccia. Tutti sanno che questa è la verità. Tutti. Alcuni si vergognano quando ripensano a chi hanno dato il voto nel passato, quando riflettono sulla propria passività nel presente, mettendo da parte il coraggio delle loro menti e dei loro cuori. Come sarebbe bello invece ribaltare adesso la situazione e fare vedere al mondo chi indossa i pantaloni in questa casa.

In quanto americano, alzati in piedi e unisciti al World Can't Wait e alla sua dimostrazione questo giovedì, 5 ottobre.

Via Bush. E via dall’Iraq.

fonte: Counter Punch Etichette:

undefinedundefinedGuantanamo: acquistati all'asta i detenuti. (0)



Il 95 % dei prigionieri rinchiusi nella base statunitense di Guantanamo, territorio cubano occupato, furono comprati da soldati statunitensi in Pakistan. Lo denuncia Clive Stafford, avvocato di 36 detenuti.

In un articolo pubblicato sul settimanale britannico New Statesman, Stafford afferma che i detenuti di Guantanamo, per la maggior parte, non furono arrestati in Afghanistan, bensì catturati in territorio pachistano, e successivamente venduti all’asta come schiavi ai militari statunitensi per un minimo di 5000 dollari.

L'avvocato, nonché direttore dell'organizzazione non governativa Reprieve, sostiene che quegli acquisti effettuati da Washington spiegherebbero il motivo per cui tanti indigenti finirono nella prigione della base di Guantanamo. Come sottolinea nel suo libro La linea di fuoco, pubblicato di recente, lo stesso presidente pachistano Pervez Musharraf ha riconosciuto l'arresto nel suo paese di oltre 600 persone, ed il pagamento da parte degli Stati Uniti di milioni di dollari per le 369 persone che consegnò loro.

fonte: La Jornada Etichette:

undefinedundefinedAssociazione Arcobaleno (0)

Ansa: E' un anziano parroco, Don Giuseppe Giacomoni, 81 anni, il presidente dell'Associazione umanitaria Arcobaleno arrestato questa mattina (11 Ottobre) dalla polizia di Forlì ed accusato di abusi sessuali in danno di minore e sfruttamento della prostituzione. Gli altri due arrestati sono un rumeno di 25 anni, Dan Gioan Cilean, affidato in prova al servizio sociale all'interno dell'Associazione Arcobaleno, ed un noto ristoratore di Cesenatico.

Incommentabile. Etichette:

undefinedundefinedRiforma Gasparri, salva Berlusconi. (0)

Il Consiglio dei ministri ha appena approvato un disegno di legge, che andrà discusso in Parlamento, su proposta del ministro Gentiloni, di riforma della legge Gasparri approvata nel 2004.

In particolare il disegno di legge prevede il passaggio sul digitale entro il 2009 di una rete televisiva nazionale per la Rai e di una rete per Mediaset, cosa perfettamente normale in quanto già prima era previsto il passaggio entro il 2009 di tutte le reti Tv nazionali e già dal 2006-2007 degli abbonati di Val d'Aosta e Sardegna.

Nonostante questo, l'ex presidente del consiglio Berlusconi si è permesso di parlare di banditismo confermando che la motivazione per cui continua a stare in politica è la difesa intransigente ed esclusiva dei propri interessi personali.

La cosa che fa gridare più allo scandalo il centrodestra è la limitazione dell'affollamento pubblicitario delle televisioni. L'associazione Altroconsumo ha realizzato un monitoraggio dell'affollamento pubblicitario in collaborazione con l'Osservatorio dell'Università di Pavia. In undici giorni di monitoraggio degli spot in televisione, un giorno per mese, delle sette reti Tv nazionali, solo Raidue e Raitre non hanno mai sforato i tetti orari pubblicitari. Tutte le altre non hanno rispettato i tetti orari stabiliti per legge.

Su Canale5, sulle stesse 176 ore monitorate sono state registrate 45 ore di violazione ai tetti. Su Rete4 44 ore, su Italia1 39 ore. Chiudono la classifica dell'affollamento oltre le regole RaiUno e La7, con 2 ore ciascuna di sforamento.

La riforma della legge Gasparri si impegna a combattere queste storture, equiparando le televendite agli spot e portando l'indice di affollamento orario per la pubblicità per gli operatori in posizione dominante (Rai e Mediaset) dal 18% al 16%.

Altroconsumo ritiene che la nuova legge non produrrà effetti se non accompagnata da un'attività di costante resoconto dell'Autorità delle Comunicazioni, almeno con cadenza settimanale, degli sforamenti dei tetti orari, da rendere pubblici in modo tempestivo, magari sul proprio sito.

Ritengo che questa non sia la soluzione dei mali del nostro sistema televisivo. Questo sembra un altro piccolo accordo sottotraccia (in stile D'Alema) per evitare di affrontare il vero problema e cioè il conflitto d'interessi. Problema che era stato posto, in campagna elettorale, come obbiettivo principale nei primi cento giorni di governo, e che ancora oggi non è stato affrontato.

Ribadisco quello che più volte ho ripetuto: il conflitto d'interessi rimane anche se il proprietario di 2 reti è all'opposizione: dobbiamo capire che il mezzo televisivo è un'arma potente e chi ce l'ha è più forte di chi non ce l'ha.

Più che la riforma della Gasparri, questo mi sembra un decreto salva Berlusconi. Etichette:

undefinedundefinedQuelli che.. non hanno un cazzo da fare (0)



Visto che la guerra in Iraq sta quasi per finire e che bisogna trovare un nuovo nemico (la guerra all'Iran da sola non riuscirebbe a mandare avanti l'economia USA), dal 4 al 14 dicembre si svolgerà il più grande war game annuale delle forze armate Usa: il Vigilant Shield, Scudo di Vigilanza.

Si tratta di una costosissima esercitazione militare su scala planetaria che coinvolge tutti i comandi statunitensi: il Centrale, lo Strategico, il Nord, il Sud e il Pacifico. Per dieci giorni, migliaia di militari Usa sparsi per tutto il globo simuleranno operazioni e manovre di guerra navale, aerea e missilistica, secondo uno scenario che scandirà, giorno per giorno, l’evoluzione di un conflitto nucleare tra Stati Uniti da una parte e Russia e Corea del Nord (con Cina sullo sfondo) dall’altra. Un conflitto scatenato dall’aggravarsi delle crisi nucleari iraniana e nordcoreana.

I paesi nemici non sono esplicitamente citati, ma indicati con nomi di facile decifrazione: Irmingham (Iran), Nemazee (Nord Corea), Ruebek (Russia) e Churya (China).
Una cosa particolarmente stupida, un enorme spreco di denaro pubblico e un insulto alla nazione, l’ha definito il Washigton Post, pubblicando i dettagli dell’esercitazione.

fonte: leggere per credere.. Washigton Post Etichette:

undefinedundefinedFriends (0)


Leggete il libro di Veltroni.


La pubblicità che non ti aspetti. Gianfranco Fini il 9 Ottobre è intervenuto a un incontro per la presentazione del romanzo "La scoperta dell'alba", scritto dal sindaco di Roma.


"E' un bel libro", ha detto il leader di An, dando il via a un amichevole duetto con Walter Veltroni, che lui stesso ha definito un "ex nemico". E fra un elogio e l'altro, è stato svelato un retroscena sull'elezione di Carlo Azeglio Ciampi al Quirinale: "Qualche anno fa io e Gianfranco ci vedemmo a casa mia per parlarne.
Ma non l'ha mai saputo nessuno", ha rivelato il sindaco-scrittore.

Ma non è finita, al piacevole incontro mondano c'erano fra gli altri Montezemolo, Letta (quello di Berlusconi..) e Malagò.


fonte Paolo Pozzi e Umberto Pizzi Etichette:

undefinedundefinedInedito del Caimano (0)

Il Caimano inedito di Nanni Moretti


Il 17 ottobre esce l'ultimo film del regista, con il backstage con sequenze tagliate e una intercettazione tra Berlusconi e Dell'Utri.


La rivelazione incornicia l'inizio e la fine di un'ora di Diario del Caimano, il pezzo forte del secondo Dvd del cofanetto che entrerà in commercio il 17 ottobre. In realta' e' solo uno dei due elementi che aprono e chiudono lo speciale: che non e' un comune backstage ma il vero e proprio diario, curato da Moretti personalmente, di tutte le fasi del film, dalle prime sedute di sceneggiatura nel 2004 fino all'uscita sotto elezioni, aprile di quest'anno, con lo speaker del Tg2 che annuncia: Domani uscirà il nuovo film di Nanni Moretti Il caimano, ma il nostro giornale ha deciso di non recensire il film. Etichette:

undefinedundefinedProgrammi d'evasione (0)

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undefinedundefinedGentiloni in linea con la Finanziaria (0)

Noi stringiamo la cinghia, il ministro Gentiloni dorme nella suite da 1.100 euro


Per il Ministro Paolo Gentiloni una suite da 680 euro a notte, oltre 1 milione e duecentomila vecchie lire, non e' parsa consona al ruolo e al rango, di conseguenza e' stato necessario alloggiarlo in una suite da oltre 1.100 euro a notte, circa 2 milioni e duecentomila vecchie lire.


Un costo al quale va sommato quello per il suo assistente, sia pur di poco inferiore. E' accaduto qualche settimana fa a Venezia, dove la Rai ha tenuto il Prix Italia, una consolidata rassegna internazionale di programmi radiotelevisivi. In occasione di questo appuntamento, da sempre, vengono tenuti vari approfondimenti e incontri culturali sui sistemi radiotelevisivi e in occasione dei quali viene invitato il ministro delle Telecomunicazioni in carica.


fonte: FRANCESCO BARBERINI Etichette:

undefinedundefinedDroga: si grazie ! (0)




Se la Camera dei deputati e' effettivamente rappresentativa della societa' italiana, c'e' poco da stare allegri: poco meno di un terzo degli italiani si fa di cocaina o di canne. Non lo dice l'Istat, ma il sospetto che si tratti di verita' e' forte.


In occasione del ritorno in tv delle Iene, una troupe composta da un giornalista e una truccatrice (oltre al cameramen) hanno avvicinato alcuni Onorevoli chiedendo loro un commento sulla Finanziaria. Era ovviamente solo un pretesto. Infatti a meta' intervista, breve interruzione, giusto il tempo per togliere con un tampone il lucido dalla fronte. Tampone contenente il test drug wipe, un tampone frontale che, ha una percentuale di infallibilita' del 100%, su sostanze consumate nelle precedenti 24 ore.


Il test, eseguito su 50 deputati a loro insaputa e i cui risultati verranno presentati nella prima puntata della nuova serie del programma (questa sera alle 21 su Italia 1).


Il dato e' scoraggiante visto che un onorevole su tre fa uso di stupefacenti, prevalentemente cannabis, ma anche cocaina. Questo il dato: il 32% degli intervistati e' risultato positivo: di questo il 24% (12 persone) alla cannabis, e l'8% (4 persone) alla cocaina. Etichette:

undefinedundefinedAtomica in COREA (0)

Visto che di problemi nel mondo ce ne sono pochi (senza contare quelli in Italia che da soli basterebbero a far vivere in completo disagio un intera generazione), Pyongyang non aveva altro da fare questa mattina (notte per loro) che lanciare un atomica sotto la corea per vedere se funzionva ?!?


Pazzo incoscente !


Ora che ha dimostrato di averla veramente (oltre che a provocare danni all'ecosistema, scossa di magnitudo 3,58) bisognerebbe andare a spiegare a BUSH che quelli da attaccare (eventualmente) sono quelli che possiedono l'atomica e non quelli che lui pensa che la possiedano.


Via dall'IRAQ e tutti in COREA DEL NORD.. Etichette:

undefinedundefinedLa Domenica di Bellerofonte - parte 10 (0)

La Domenica di Bellerofonte - parte 10


Siamo in attesa del 2015: solo 9 anni ci separano, ed il panorama che si presenta e' molto inquietante.


In modo evidente, si degradano le condizioni di vita di una parte significativa delle popolazioni, sia in Europa occidentale come in altre parti del mondo. Questa degradazione influisce sui redditi, sull'occupazione, sull'accesso alla cultura. Influisce anche nell'applicazione dei diritti fondamentali delle persone, sia come individui, sia come collettivita'. Il peggioramento si manifesta anche negli equilibri ecologici, nelle relazioni tra gli Stati ed i popoli, con il ricorso all'aggressione militare da parte delle grandi potenze, a partire dagli Stati Uniti. Ma essi non sono soli, hanno i loro alleati in Europa, un'alleanza nella quale diversi paesi hanno partecipato –o partecipano attivamente- all'aggressione contro l'Iraq, l'Afghanistan e saranno disposti ad intervenire anche in Iran. Penso anche al terrorismo di Stato, esercitato dallo Stato di Israele contro il popolo palestinese e libanese. Senza dimenticare l'intervento della Russia contro il popolo ceceno.


Fenomeni di barbarie si presentano quotidianamente davanti ai nostri occhi.


In Europa occidentale, quello che mi colpisce in modo particolare e' la negazione di giustizia a coloro che cercano asilo. Nel momento in cui vi parlo, un movimento importante si verifica in Belgio, per la regolarizzazione dei sans papier (senza documenti, ndt). Una trentina di chiese cattoliche e luoghi pubblici sono stati occupati in tutto il paese dai sans papier , una parte dei quali usa lo sciopero della fame come mezzo di lotta. Siamo di fronte ad un diniego di giustizia assolutamente elementare.


Un'altra forma di barbarie consiste, nei discorsi dei dirigenti politici, incluso quelli di sinistra, nel banalizzare l'idea secondo la quale non si puo' accogliere tutta la miseria del mondo e che si possono rimpatriare tranquillamente e collettivamente le persone alle quali non viene concesso il diritto d'asilo. Questa forma di barbarie abbandona coloro che richiedono asilo nelle frontiere dell'Unione Europea. E'cio' che hanno vissuto le persone assassinate mentre cercavano di attraversare le frontiere dell'UE nelle enclavi spagnole del Marocco. Penso alle migliaia di persone che perdono la vita cercando di attraversare lo stretto di Gibilterra o di raggiungere le isole Canarie. Questo fenomeno non e' esclusivo dell'Europa. Sappiamo cio' che succede nel confine sud degli Stati Uniti, a sud del Rio Grande.


Da qui al 2015, se non cambia il corso di questa politica non vedo come quelle forme di degradazione e negazione di giustizia potrebbero essere risolte.


Il 2015 corrisponde alla data limite della dichiarazione del Millennio adottata nel 2000 dall'assemblea straordinaria dell'ONU. Non solo non si realizzeranno gli obbiettivi di riduzione della poverta' e del miglioramento di accesso all'educazione, ma inoltre, in molte parti del mondo, le condizioni di esistenza saranno peggiorate. Questa constatazione e' assolutamente inquietante e di conseguenza bisogna chiedersi se esistono forze sufficientemente potenti da contrastare la tendenza storica in corso.


Tale tendenza riguarda piu' di trent'anni, una generazione umana. Il colpo di Stato militare di Pinochet in Cile, nel 1973, servi da laboratorio per l'implementazione di politiche neoliberali che si andarono progressivamente generalizzando in Europa occidentale –con Margaret Thatcher nel 1979- ed in America del Nord –durante la presidenza di Ronald Reagan dal 1981 al 1989.


L'avvento di forze storiche d'opposizione


Esistono forze storiche capaci di arrestare questo dominio progressivo del neoliberalismo? La risposta e' si. Se altri vedono l'origine nel 1999, con la battaglia di Seattle, io personalmente la situo nel 1994, anno nel quale si sono verificati tre eventi:


1- Il 1º gennaio 1994 vede nascere la ribellione zapatista in Chiapas. Li si e' manifestato un attore che aveva lottato per secoli contro l'occupazione spagnola. Quel popolo indigeno (i Maya) proclamava rivendicazioni fondamentali. Con linguaggio universale, si dirigeva all'insieme del pianeta specialmente attraverso la voce del subcomandante Marcos. Fenomeno che supera oltremodo la sua persona e le sue caratteristiche personali. Si trasformo' nell'espressione di un movimento piu' profondo, in quanto gli indigeni del Chiapas non era soli nella lotta: gli indigeni dell'Ecuador si riunirono soprattutto in seno alla Confederacio'n de Naciones Indigenas de Ecuador (CONAIE). E, nel 2005, in Bolivia, Evo Morales venne eletto e si converti nel primo presidente indigeno al potere in America Latina.


L'anno 1994 segna, quindi, l'esplosione della lotta di un popolo nativo –e minoritario in Messico- che denuncia accordi commerciali e dichiara guerra al governo messicano. Ma pacificamente : ci solleviamo, prendiamo le armi ma desideriamo non servirci di queste . Non e' l'ultima esperienza di guerriglia del secolo 20, bensi la prima esperienza di un nuovo tipo di guerriglia del secolo 21.


2- Sempre nel 1994 ebbe luogo il 50º anniversario della fondazione di Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazione (FMI). L'evento venne commemorato da un enorme incontro di protesta a Madrid. Tale manifestazione ha ispirato, piu' tardi, i francesi che, durante la mobilizzazione contro il G-7 a Lione nel 1996, misero in marcia i collettivi Las otras voces del planeta [1].


L'iniziativa spagnola riuniva le ONG, i movimenti come la plataforma 0,7% nella quale i giovani lottavano per far si che il loro paese destinasse lo 0,7% del PIL all'aiuto pubblico per lo sviluppo, ed anche i sindacati, i movimenti femministi, i movimenti ecologisti. Gia' in occasione di quella contra-cumbre (contro-conferenza, ndt), si venivano alleando tutta una serie di movimenti che piu' tardi si sarebbero rincontrati a Seattle nel 1999, poi a Porto Alegre nel 2001, etc.


3-Terzo momento forte del 1994: l'esplosione della crisi del Tequila , nuovamente in Messico. E' necessario ricordare che nel 1993-1994, ci parlavano del miracolo asiatico, del miracolo messicano, del miracolo ceco per il paesi dell'Est. Ci parlavano dei paesi emergenti e dei loro grandi successi. La crisi del Tequila avrebbe scosso tutto l'America Latina. Era l'inizio di una serie di crisi finanziarie che avrebbero successivamente colpito il Sud-est asiatico, poi Russia, Brasile, Argentina, Turchia, etc.


Per me quindi l'anno 1994 rappresenta un punto di inflessione in termini di manifestazione di nuove forme di resistenza, di nuove alleanze e della crisi del modello neoliberale. Potremmo prendere altre date: il 1989 segno' la grande mobilizzazione in Francia in occasione del bicentenario della Rivoluzione francese e l'opposizione alla riunione del G-7 convocata nello stesso anno presso la Bastiglia; vi fu anche il lancio della campagna Basta Ya , alla base della nascita del CADTM. Senza dimenticarci ovviamente di Seattle 1999…


Nuove resistenze un po' ovunque


Lungo il corso degli anni '90, dopo un primo periodo condotto dai Pinochet, Thatcher e Reagan, appaiono nuove forme di resistenza in distinti punti del pianeta. Grazie a differenti attori che si andavano esprimendo, si comincia a riempire il vuoto lasciato dalla crisi del movimento operaio tradizionale.


Sviluppatosi nel secolo XIX, poi consolidatosi poco a poco, il movimento operaio domina la scena delle lotte di emancipazione per gran parte del secolo XX in Europa. Le lotte di Resistenza durante la Seconda Guerra mondiale e la Liberazione, le conquiste che seguirono e la vittoria contro il nazismo ed il fascismo furono ampiamente condotte da questo movimento operaio che ebbe forti bastioni nella classe operaia industriale. Tale movimento, gravemente deteriorato dall'offensiva neoliberale degli anni 1970-1980, entrava in crisi.


Vediamo quindi sorgere negli anni '90 attori che avevamo dimenticato in quanto erano rimasti emarginati. Ed in scala planetaria si andranno ad imporre i movimenti dei contadini: la creazione di Via Campesina nel 1992, la figura emblematica di Jose' Bove' a partire da Seattle. Io appartengo alla generazione del Maggio '68. In quel momento chi avrebbe immaginato che i contadini sarebbero andati ad occupare un posto di avanguardia nella nuova lotta altermundialista (altromondista, ndt)? Ebbe luogo, nel 1971, lo scontro nella meseta di Larzac in Francia [2], gia' con Bove', la creazione del Movimiento de los Sin Tierra (MST) nel 1984 in Brasile, un enorme movimento contadino in India ed in differenti luoghi del pianeta.


Tale movimento si trasformo' in un attore estremamente importante per la resistenza all'offensiva neoliberale ed alla mercificazione del mondo, ai brevetti sugli esseri viventi. Mise soprattutto al primo posto le rivendicazioni relative ai beni comuni: l'acqua, la terra, i semi…Queste rivendicazioni o questi valori non sono nuovi in se', ma lo sono nel modo in cui vengono presentati, perche', classicamente, le conquiste di Liberazione, il rafforzamento dei servizi pubblici, non presentavano la questione dei beni comuni come un obbiettivo da raggiungere.


Nel secondo Dopoguerra venne migliorato l'accesso a certi beni comuni. Con l'offensiva neoliberale, i beni comuni rimasero in uno stato calamitoso ed oggi si percepisce la necessita' di difenderli o di riconquistare il loro controllo.


Potrei parlare dei movimenti indigeni, che vanno riprendendo l'offensiva. In Bolivia, per esempio, dagli anni '40 agli anni '60, l'avanguardia del popolo boliviano, e' rappresentata dai minatori di carbone e dai loro sindacati. Chiuse le miniere di carbone negli anni '80, sono gli indigeni, in particolar modo i coltivatori di coca, coloro che costituiscono un movimento sia contadino che indigeno. Abbiamo visto i minatori di carbone ritirati o che avevano perso il lavoro, appoggiare ed unirsi al movimento contadino ed indigeno: nasceva una nuova alleanza.


Potremmo anche parlare del movimento femminista rilanciato con la Marcia Mondiale delle Donne nel 2000; dei diversi movimenti di giovani che non avevamo conosciuto con tale portata all'inizio degli anni '90. Ma senza dubbio non dimentico i salariati. Le controffensive, che ho situato nel 1994, si prolungarono su scala Europea occidentale, per mezzo della grande mobilizzazione sociale dell'ottobre 1995, in Francia. Qui, i salariati si mobilitarono e si liberarono del primo ministro di destra, Alain Juppe', e tale dinamica porto' il suo successore, il primo ministro socialista Lionel Jospin, a ritirare la Francia dalle negoziazioni sull'Accordo multilaterale sugli Investimenti (AMI) facendo cosi capitolare un importante obbiettivo dell'offensiva neoliberale.


Integrano le nuove forze anche quelli che chiamero' nuovi proletari o i nuovi esclusi, los sin voz (i senza voce, ndt). La ribellione nei sobborghi francesi nel novembre 2005 (che ebbe una leggera estensione in Belgio ed in Germania) e' la ribellione dei nuovi proletari. Non si tratta tanto di sfruttati in fabbriche all'interno del contesto industriale, anche se alcuni di essi lo sono. I giovani dei sobborghi che si sono sollevati nell'ottobre 2005 sono proletari nel vero senso della parola: non sono proprietari dei propri mezzi di produzione, e devono cercare dove affittare le proprie braccia ed i propri cervelli per vivere e sostenere le proprie famiglie.


Una sfida: l'integrazione con i ribelli


I giovani dei sobborghi sono per me una specie di nuovo proletariato che cerca e trova le vie per esprimersi con i modi di azione adeguati. Possiamo lamentare la forma che questa rivolta ha preso, pero' e' una sfida fondamentale, per i movimenti di cittadini organizzati, per i movimenti sindacali, l'integrazione con questo tipo di ribellione. So che non e' facile ma, all'interno della frammentazione nella quale viviamo, se questa integrazione non si realizza, non vedo come gli attori che si oppongono all'offensiva neoliberale potranno vincere.


Nei paesi dell'Europa occidentale o dell'America del Nord, coloro che hanno la fortuna di avere un lavoro o una pensione garantiti e l'energia per combattere perche' hanno ancora una buona salute (le persone che arrivavano all'eta' pensionabile 40 o 50 anni fa non avevano le stesse possibilita') devono spingere per una nuova alleanza sociale. Se noi, salariati dai 20 ai 60 anni e pensionati nei settori organizzati, non troviamo il mezzo per realizzare insieme l'integrazione con los sin voz , con i nuovi proletari, in un poderoso movimento di protesta critica fondamentale della societa', allora, vedo alquanto difficile la possibilita' di un cambio radicale nei paesi piu' industrializzati. Infatti, qualsiasi cambiamento e' sempre dipeso maggiormente dalla generazione giovane, quella che si trova nelle scuole, nelle universita', quella che e' disoccupata o gia' lavora. La gioventu' si espresse in Francia all'interno del movimento contro il CPE (contratto di primo impiego, ndt) nella primavera 2006, ma si esprime anche nei sobborghi.


Il processo del Forum Sociale Mondiale: un obbiettivo


Sul lato internazionale, la nuova alleanza che emerge si esprime in parte attraverso il processo del Forum Sociale Mondiale che possiede nuove caratteristiche in relazione con i processi che si ritrovano nei periodi anteriori della storia. Cosi, non esiste un centro geografico che detta il proprio ritmo agli altri. Le grandi agitazioni rivoluzionarie dei secoli XVIII e XIX furono fondamentalmente opera dei popoli di Europa e delle Americhe: le rivoluzioni della fine del secolo XVIII in Francia e negli Stati Uniti, le agitazioni rivoluzionarie nel corso del secolo XIX, e specialmente quando Marx scriveva una fantasma si aggira per l'Europa: il comunismo , nella primavera del 1848, andarono a sviluppare una vera dinamica rivoluzionaria europea. Nel secolo XX, le rivoluzioni scossero tanto i paesi centrali (Germania 1918-1923, Spagna 1936-1939) come paesi considerati periferici (Russia nel 1905 e nel 1917, Messico 1910, Cina 1949, Cuba 1959, Algeria 1962, Nicaragua 1979, etc.). L'offensiva neoliberale e la restaurazione del capitalismo nell'ex blocco sovietico ed in Cina, hanno congelato la prospettiva rivoluzionaria.


Ma i fuochi di resistenza al neoliberismo ed al capitalismo non erano scomparsi. A partire dagli anni '90 emerse un movimento di resistenza che riusci ad internazionalizzarsi. Il Forum Sociale Mondiale rappresenta l'iter nella costituzione di un vasto movimento di resistenza internazionale che si trova in piena evoluzione. Tale movimento e' eterogeneo e non ha un epicentro. Tutte le sue componenti di resistenza non sono riconosciute necessariamente nel Social Forum. Il suo funzionamento a rete, senza una vera struttura di comando, tende a generalizzarsi.


Il FSM non ha nulla di miracoloso


Detto questo, il Social Forum non deve analizzarsi solo nei sui aspetti innovatori e positivi, in quanto ha limiti evidenti. Prima di tutto, come sopraindicato, non rappresenta l'insieme di tutti i movimenti di resistenza globale. Due esempi: gli zapatisti del Messico non formano parte di questo Forum, le lotte di resistenza della Cina non hanno contatto con il FSM. Inoltre, la nozione di strategia alternativa e' appena ai suoi inizi ed il vecchio dibattito tra riformisti e rivoluzionari non e' stato chiuso. Bisogna rompere con il sistema oppure assecondarlo e controllare i meccanismi di regolazione creando un capitalismo piu' civilizzato? Questo dibattito e' sempre presente e sicuramente andra' riprendendo vigore. Puo' verificarsi una divisione nel movimento. Attualmente il movimento e' l'espressione di una alleanza tra rivoluzionari e riformisti su di una piattaforma minima. Questa include rivendicazioni di base che vanno dalla Tobin tax all'annullamento del debito del terzo mondo, alla lotta contro i paradisi fiscali…
Ma se esiste un accordo per lottare insieme per queste rivendicazioni, come si possono raggiungere gli obbiettivi piu' fondamentali? Questo altro-mondo che stiamo desiderando e che vorremmo che appaia affinche' le nuove generazioni possano realmente vivere (non semplicemente sognare o proclamarne il desiderio), che cos'e' realmente ? I dibattiti strategici devono essere risolti sulla base di questo tema. E' necessario discutere sull'alternativa e sui mezzi per ottenerla. Non possiamo risparmiare da questo lato.


Da dove puo' provenire il cambiamento?


Ritengo che le forze che agiscono verso il cambiamento, quei movimenti di resistenza , si esprimono in tutti i settori geografici del pianeta, incluso in un paese che si trova, al momento, al margine del processo dei Social Forum: la Cina. Questo paese sta conoscendo lotte sociali estremamente importanti. Queste ricordano gli ultimi periodo del secolo XIX e gli inizi del secolo XX. Davanti ad un capitalismo che avanza, emergono forme di resistenza operaie o cittadine che evocano cio' che abbiamo conosciuto 70, 80 anni fa. Se mi si chiede da dove possa provenire il cambiamento, io direi che potrebbe venire da qualsiasi parte del pianeta.


Venezuela e Bolivia: attori del cambiamento


Ma se si parla di cambiamenti rivoluzionari, li vedo venire in particolar modo piu' dal Sud che dal Nord. Quelle che sono oggi le piu' innovatrici, e che potrebbero avvicinarsi a grandi cambiamenti, sono le esperienze venezuelana e boliviana. Di certo, e' meglio non idealizzare. E' necessario mantenere uno spirito critico. Queste due esperienze non si riducono al ruolo di Hugo Cha'vez e di Evo Morales, anche se importanti sono entrambe le figure. Tali figure giocano, fino ad ora, un ruolo positivo nel processo e rappresentano l'espressione di movimenti poderosi che sono attivi nei rispettivi paesi. Ma Evo Morales non starebbe li senza le grandi mobilizzazioni di Cochabamba dell'aprile 2000 contro la privatizzazione dell'acqua ed il movimento ancora piu' importante dell'ottobre 2003 contro la privatizzazione del gas naturale. Cha'vez non avrebbe avuto accesso alla presidenza nel 1998 se non fosse esistita l'insurrezione anti FMI del 1989 e la forte resistenza dei venezuelani.


Questi due paesi danno l'esempio perche', in essi il movimento ha trovato una espressione nel governo. I due governi hanno ripreso l'iniziativa dal punto di vista dei beni comuni. La Bolivia ha ripreso il controllo sul gas e l'acqua, il Venezuela ha riassicurato il controllo pubblico sulla produzione petrolifera e ha messo le entrate provenienti dal petrolio, al servizio di un nuovo progetto sociale nell'ottica di una redistribuzione a livello regionale. Il Venezuela ha firmato accordi con i paesi non esportatori di petrolio della regione, e vende loro petrolio ad un prezzo inferiore a quello del mercato mondiale. Inoltre Cuba, che ha 20.000 medici che lavorano volontariamente in Venezuela per fornire assistenza sanitaria gratuita alla popolazione, ha sviluppato con questo paese e con la Bolivia, relazioni di cooperazione molto interessanti. Si tratta di una certa forma di baratto tra paesi dotati di capacita' differenti, di storie differenti, e di modelli politici diversi. Il riferimento alla lotta Tupac Amaru o di Simo'n Bolivar [[3] ]mostra la volonta' di relazionare l'esperienza attuale con le esperienze rivoluzionarie antecedenti, radicandola (dall'originale enraizandola , ndt) nella realta' latinoamericana.


Invertire il corso della storia


Da dove possono venire, quindi, le forze capaci di invertire il corso degli ultimi trent'anni? Le esperienze, come quelle di Venezuela e di Bolivia, si vanno a combinare con le mobilizzazioni in America del Nord, in Europa occidentale, ed in Giappone, e da tale unione di forze del vecchio mondo con quelle del nuovo, potrebbe prodursi una vera inversione del corso storico. Detto questo, non possiamo garantire nulla. Da cui l'importanza per ognuno di noi, di fare la propria parte nell'azione cittadina.


Verso il socialismo del secolo XXI


Non ho bisogno di credere nell'affondamento del capitalismo o nella vittoria di un progetto rivoluzionario per agire quotidianamente e resistere alla negazione della giustizia. Nella storia non vi e' nulla di inevitabile. Per esempio, il capitalismo non si demolira' da se'. Non sono sicuro, alla mia eta', di vivere una nuova grande esperienza rivoluzionaria, ma penso, nonostante cio', che sia ragionevole immaginare di ripartire verso una nuova esperienza di tipo socialista. Questa idea non e' assolutamente unanime all'interno del movimento, nel Social Forum…, ma io sono uno di quelli che considerano necessario reinventare il socialismo nel secolo XXI.


Oltre alle esperienze traumatizzanti del XX, oltre la figura orribile dello stalinismo o di quello che successe in Cina o in Cambogia con Pol Pot, e' necessario riprendere il progetto socialista emancipatore del secolo XIX ed i valori rivoluzionari del secolo XVIII. E' necessario tenere in conto i nuovi apporti dei nuovi attori e le nuove rivendicazioni, ed inserire tutto cio' nella realta' del secolo XXI. Il socialismo del secolo XXI, e' la libera unione dei produttori, e' l'uguaglianza uomo/donna, e' un progetto internazionale, una federazione di paesi e di regioni in un quadro di grandi unita' continentali e nel rispetto per i testi fondamentali, dei patti internazionali come la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani del 1948, il Patto sui diritti sociali, economici e culturali del 1966, una serie di strumenti per la definizione dei diritti nell'ambito internazionale ed universale nel quale erano stati scritti ed assimilati in occasione delle rivoluzioni precedenti. Il conseguimento di quei diritti fondamentali non potra' realizzarsi senza la messa in pratica creativa di un nuovo modello di socialismo nel secolo XXI. Ma non posso garantire che accadra' nel mio periodo di vita. Da questo punto di vista non sono particolarmente ottimista. Ma il secolo XXI ha ancora nove decenni da vivere…


Il Debito all'orizzonte del 2015


Nella logica attuale, il ciclo infernale dell'indebitamento, e' un rafforzamento del meccanismo di subordinazione dei paesi del Sud da qui al 2015. Non siamo assolutamente favorevoli ad una risoluzione morbida del problema. Ci troviamo in una congiuntura totalmente speciale nella quale, oggettivamente, i paesi indebitati potrebbero liberarsi dal giogo del debito perche' le riserve in divisa che vanno accumulando non sono mai state cosi importanti. Se i paesi indebitati creassero un fondo, collocassero in comune le proprie riserve in divisa, potrebbero astenersi dai creditori del Nord e da nuovi prestiti. Il problema e' che nella maggior parte dei casi, i governi del Sud non hanno la volonta' per impiantare un modello alternativo di finanziamento, in quanto implicherebbe una ripartizione differente della ricchezza.
Oggettivamente e' possibile rompere la dipendenza finanziaria in relazione al Nord, finanziare progetti di sviluppo nel Sud per un'altra ripartizione della ricchezza aggregando a livello internazionale le tasse globali che fornirebbero entrate. Ma, da parte dei governi del Sud, non si percepisce la volonta' di farlo. Eccetto Venezuela, Bolivia, in parte in Argentina ed, in modo molto molto timido, in Brasile: questi paesi dell'America Latina riflettono insieme sulla costituzione di una banca del Sud e di un fondo monetario del Sud. Il dibattito sta andando avanti, incluso le riunioni con le banche centrali di tali paesi. Si tratta di un'evoluzione positiva, fondamentalmente, penso che la soluzione verra' da una volonta', da una pressione della strada su un certo numero di governi quasi disposti a ripudiare il pagamento del proprio debito estero.


Ritengo che, negli anni a venire, saremo testimoni di una tensione molto forte in relazione al tema del debito estero, della solvenza di una serie di paesi, e cio' provochera' forti reazioni popolari nei paesi del Sud in termini di esigenze di non-pagamento del debito. Lo abbiamo visto una prima volta nel dicembre 2001, quando l'Argentina sospese il pagamento del debito verso la maggior parte dei suoi creditori privati, e poi nei quattro anni seguenti. Penso che l'esperienza argentina si ripresentera' tra due o tre anni.




Fonte: Eric Toussaint





Eric Toussaint è presidente del CADTM (Comite' per l'Abolizione del Debito del Terzo Mondo) Belgio, autore di La Bolsa o la vida. Las finanzas contra los pueblos, CLACSO, Buenos Aires, 2004. Coautore con Damien Millet de 50 Preguntas /50 Respuestas sobre la deuda, el FMI y el Banco Mundial, Icaria- Intermon/Oxfam, Barcelona 2004 (varie edizioni addizionali in Ecuador -Editorial Aby-Yala-, Argentina -Ediciones Luxemburg-, Venezuela -Ministerio de Educación superior-, Cuba -Editorial del Oriente-); coautore con Damien Millet de Los Tsunamis de la deuda, Icaria- Intermon/Oxfam, Barcelona 2006; coautore con Arnaud Zacharie de Salir de la Crisis. Deuda y Ajuste. CADTM - Paz con dignidad, Madrid, 2002. Piu' informazioni: www.cadtm.org



Note:


1 Che ha ispirato al Comitato per l'annullamento del debito del terzo mondo (CADTM) il nome della sua rivista trimestrale Otras voces del planeta , www.cadtm.org


2 Nell'Ottobre del 1971, il governo francese, sotto la direzione del ministro della Difesa, Miguel Debre', decide lampliamento del campo militare del Larzac creato nel 1902. Gli agricoltori –rapidamente riuniti con migliaia di militanti giunti da tutte le parti- si oppongono a questo progetto di estensione che avrebbe espropriato piu' di un centinaio di impianti. Alla fine tale progetto venne annullato nel 1981 dal nuovo presidente della Repubblica, François Mitterrand, dopo dieci anni di lotte non violente.


3 Simon Bolivar (1783-1830) fu il primo a cercare l'unificazione dei paesi dell'America Latina, con il fine di creare un'unica nazione. Dopo lunghe lotte, riusci a liberare il Venezuela, la Colombia, l'Ecuador, il Peru', e la Bolivia dalla dominazione spagnola. Essendo considerato come un vero eroe, il suo nome e' stato utilizzato per designare molti luoghi geografici in tutta l'America Latina.


Il presente testo sara' editato in francese da ATTAC 04 Francia nel libro collettivo Voces rebeldes ( Voix rebelles ). Etichette: