Luca, 6:35



Date mutuum, nihil. inde sperantes..
(Luca, Vangelo 6:35)

Nel Vangelo di Luca si legge: “Date a mutuo senza sperarne nulla”, sulla scorta dell'Ecclesiaste e del Deuteronomio veterotestamentari.

Da questa lapidaria massima, derivò per secoli nell'ambito della cristianità un atteggiamento di ripulsa verso il mutuo, equiparato al prestito ad usura.

Nonostante la lettura del padre della Chiesa Girolamo, tesa a ricondurre la "speranza" a una dimensione spirituale senza effetti sulle pratiche di prestito, il precetto di Luca fu ritenuto valido a lungo: la conclusione era che il mutuo doveva essere gratuito.

Solo nel Basso Medioevo, la presa di coscienza del fatto che il terreno della mercatura (nel quale si esercitava di norma l’attività del prestito) era estraneo all’antico divieto dell’usura si ebbe con Tommaso d’Aquino nella sua Summa Theologiae. Per Tommaso l’antico precetto andava storicizzato, in quanto si fondava sull’esigenza etica di proteggere il povero dall’oppressione usuraia e quindi non aveva senso riproporla in tempi e condizioni mutate.

Penso al preservativo o all'aborto e a tante altre cose per cui la chiesa ancora lotta e si batte. E rifletto..

L'esempio sopra riporta i tassi Euribor, Eurirs ed il T.A.N. confrontati con la percentuale reale da restituire. Non sarebbe meglio mettere quella ?

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