
Tim Harford, giornalista economico inglese del Financial Times, ha scritto L’economista mascherato: per cercare di spiegare con un linguaggio semplice (anche se spesso non privo di passaggi un po’ difficili da seguire per i neofiti della materia) e divertente, le trappole del commercio che quotidianamente la geniale mente del business tende all’ignaro consumatore.
Il nostro originale supereroe, così, cercherà di farci vedere perché siamo arrivati a pagare anche un euro la famosa tazzina di caffè, quando il suo costo effettivo, dalla piantagione brasiliana al tavolino del bar nel centro di Londra, è più o meno di 35 centesimi; cercherà di farci capire perché non ci guadagneremo mai nulla nel comprare un’auto usata o tuffandoci nei saldi di fine stagione; o ancora, allargando l’orizzonte, perché i paesi poveri sono sempre più poveri e quelli ricchi sempre più ricchi. Un campionario di situazioni quotidiane che meritano una riflessione più approfondita che faccia sì di poter evitare, o quanto meno individuare e capire, le innumerevoli e invisibili trappole di cui sono disseminate.
Un libro interessante, piacevole, anche se ogni tanto può far arrabbiare, come quando spiega, come se fosse la cosa più normale del mondo, che la stampante Laser writer dell’Ibm, venduta in due versioni, economica e non, è in realtà una stessa identica macchina, con un unico chip di differenza che, nella versione economica, ne rallenta il funzionamento.
Tim Harford
L’economista mascherato. L’insospettabile logica che fa muovere i soldi.
Rizzoli, Milano 2006
16 euro, 305 pagg
fonte: Bocconilab Etichette:
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