
Il gruppo di media di Lagardere comprende il network radio Europe 1, Paris Match, diversi quotidiani regionali francesi, ed è un grosso azionista della rete televisiva francese Canal+. Sarkozy è noto per censurare qualunque articolo che gli sia sfavorevole e per fare pressioni a editori e redattori perché licenzino giornalisti refrattari. Con molti dei media francesi nelle sue tasche ci si aspetta che il franco-ungherese Sarkozy istituisca nella sua nazione una nuova era di censura del tipo di quella di Janos Kadar [ Segretario del Comitato Centrale del Partito Comunista ungherese durante la Rivolta del 1956 N.d.t.].
L'elezione francese, dall'inizio, è stata infestata da frodi elettorali: sondaggi fasulli, exit poll fasulli e irregolarità nelle macchine per il voto e il conteggio elettronico sono stati tratti distintivi del primo turno nell'elezione presidenziale. Le macchine I-Votronic della ES&S sono state usate in entrambe le elezioni in tutta la Francia. Solo il partito di Sarkozy appoggiava l'uso di queste macchine, mentre tutti gli altri partiti politici chiedevano una moratoria sul loro uso. L'affluenza nelle elezioni francesi è stata di oltre il 75%. Mentre grandi affluenze storicamente, in Francia, hanno favorito la sinistra, gli exit poll e i conteggi reali erano in disaccordo con l'affluenza: un'indicazione di una grande frode elettorale.
Simili irregolarità nei conteggi sono state incontrate nelle recenti elezioni in Scozia, Galles e Inghilterra. In Scozia 100.000 schede, considerate in maggior parte a favore dello indipendentista Scottish National Party, sono state dichiarate “nulle” nelle elezioni scozzesi. Questo “inconveniente” è costato ai nazionalisti scozzesi una più ampia maggioranza nel Parlamento scozzese. Irregolarità in Galles e in Inghilterra hanno, in modo simile, influenzato maggiori margini per i nazionalisti gallesi e della Cornovaglia. Come bretoni e corsi scopriranno presto con Sarkozy, il nazionalismo regionale è in antitesi con l'agenda globalista neo-con, in particolare con i banchieri internazionali che vogliono un forte controllo centralizzato e una minima devoluzione del potere a governi locali e regionali.
Le malefatte elettorali dei neo-con con la manipolazione di elezioni in Francia, Gran Bretagna, Canada, Stati Uniti, Italia, Australia, Perù, Costarica, Messico e altri paesi rimarranno un problema sino a che la gente, agendo tramite il potere di governi progressisti, anti-globalisti e anti-capitalisti, non riprenderà il controllo, con qualunque mezzo necessario, dei media, dei processi di voto e di conteggio dei voti e dei meccanismi dei sondaggi d'opinione.
Fonte: WAYNE MADSEN | http://www.waynemadsenreport.com/
Link: http://www.thetruthseeker.co.uk/article.asp?ID=6517 Etichette:
1 commenti:
Ora che Sarkozy ha vinto in Francia, in Italia saltano tutti sul carro del vincitore. Anche quelli che fino all’altroieri stavano su quello di Ségò a portar sfiga. Nella destra all’italiana, Bellachioma in testa, son diventati tutti più sarkoziani di Sarkò, dimenticando che Sarkò non si è mai alleato coi fascisti né coi nazisti, mentre i nostri sì; che lui ha difeso i Pacs, mentre i nostri sono contrari persino ai Dico; che lui ha difeso i gay dagli attacchi del Vaticano, mentre i nostri li brucerebbero; che lui ha annunciato il ritiro dall’Afghanistan, mentre da noi nemmeno la sinistra oserebbe tanto; che lui le ha cantate a Bush anche sul clima, mentre i nostri non sanno nemmeno cosa sia. Ma dove i nostri provincialotti danno il meglio di sé è sul tema della legalità e dei doveri.
Come ha scritto Michele Serra, «abbiamo la destra più antilegalitaria del mondo» che esalta il legalitario Sarkozy: uno che, a sentirlo parlare, se gli capitasse a tiro un Bellachioma, un Previti o un Dell’Utri, chiamerebbe la Gendarmerie.
Qui destra e sinistra si tengono da un anno alla Camera un pregiudicato interdetto dai pubblici uffici, con l’aggiunta di altri 24 condannati e una sessantina di inquisiti. Perfino Mastella è un fervente ammiratore di Sarkò. Pare sia lo stesso Mastella che, nella sua qualità di ministro della Giustizia, ha fatto sapere al Brasile che può tranquillamente estradare il pluriomicida Cesare Battisti perché tanto, da noi, le condanne sono un’opinione e anche l’ergastolo è trattabile. Poi, quando i parenti delle vittime han protestato, li ha tranquillizzati spiegando che ha dovuto dire così per farselo consegnare. Da qualche giorno lo assiste l’ottimo Gianpaolo Nuvoli, quello che voleva impiccare Borrelli a un lampione e dava dell’assassino a Caselli, poi è stato condannato per diffamazione a ben 400 mila lire, ma non ha mai pagato nemmeno quelle. Appena s’è saputo che era a spasso, Mastella l’ha promosso direttore generale del ministero della Giustizia.
Poi, naturalmente, tutti sul palco di Sarkozy a predicare legge e ordine. L’altra sera a Report è bastata un’intervista di tre minuti a un giudice francese per capire di che stiamo parlando: «Da noi la prescrizione scatta 3 anni dopo un reato minore, 10 anni dopo un reato grave, mai dopo un omicidio o una strage, ma solo se restano impuniti. Se viene incriminato qualcuno, la prescrizione s’interrompe fino al termine del processo. Così nessuno ha interesse a tirare in lungo e ai colpevoli conviene patteggiare». Basterebbe una legge di tre righe per farlo anche da noi, così si riuscirebbe persino a cancellare la ex-Cirielli e a rispettare almeno una delle 13.947 promesse elettorali dell’Unione. Ma pare brutto, e nessuno ci pensa. Così in Francia la prescrizione è a quota zero, in Italia falcidia un quarto dei processi. Ci vuole Sarkò per capire che il problema non sono le pene scritte nel codice, ma la certezza che vengano applicate? Che una giustizia che non spaventa i malfattori produce nuovi malfattori e li importa pure dall’estero? Che siamo il paradiso dei delinquenti, colletti bianchi e colletti neri, stranieri e nostrani?
Quanti esaltano il programma «legge e ordine» di Sarkò sono gli stessi che fino all’altroieri la menavano con le «troppe intercettazioni» e i «troppi detenuti» (rispetto a cosa?), anziché con i troppi reati e i troppi delinquenti. Gli stessi che ripetono «in carcere ci sono troppi tossicodipendenti ed extracomunitari», come se in Italia si arrestasse la gente perché si droga o per il colore della pelle. Gli stessi che un anno fa, con l’indulto extralarge, hanno liberato 30 mila furfanti e per 10 anni costringeranno la polizia e le Procure a indagare inutilmente, e i giudici a processare gente che, se colpevole, sarà condannata a pene virtuali. Intanto Cofferati, che ha preteso il rispetto della legge prima dagl’imprenditori (articolo 18) e poi dagl’immigrati e dai teppisti (le politiche per la sicurezza a Bologna), ha preso sberle da destra e da sinistra. Gherardo Colombo ha lasciato la toga denunciando la morte della legalità nell’indifferenza generale. E chi, in questi anni, ha parlato di legalità su MicroMega, l’Unità, Repubblica, Diario, in qualche oasi felice della tv o in piazza, è stato massacrato come criminoso, demonizzatore, forcaiolo, giustizialista, girotondino dagli stessi che ora s’innamorano della legalità perché l’ha detto Sarkò. A proposito: che sia un girotondino anche lui?
Marco Travaglio
Fonte: www.unita.it
9.05.07
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