undefinedundefinedLutazzi smonta Grillo (5)

Mentre il comico genovese ringrazia le persone scese in piazza l'8 settembre in occasione del V-Day (un milione), i politici italiani si dividono.

Sorvolando volutamente sul Gardini-pensiero, riportiamo alcuni commenti. Casini fa sapere: «A me non interessa», Fini suggerisce : «Non sopravvalutiamo ma prendiamo atto del malessere del Paese», per Grillini: «Non ha tutti i torti», mentre Follini lo bacchetta: «Non gli riconosco diritti politici». Dal mondo della musica si leva la voce di Ligabue, che ha aderito ai progetti del Beppe nazionale perché «è importante rianimare il popolo italiano». Il direttore del Tg1 Gianni Riotta fa sapere invece che a lui Grillo non piace.



Tra politici, cantanti e giornalisti si leva forse la voce più interessante: quella di un pungente collega, Daniele Luttazzi. Duello? Sforzato e inappropriato giudicarlo tale, più opportuno parlare di critica articolata (vagemente crudele?) da blog a blog, nessun noioso e sterile "pro" o "contro". «Spunti per una riflessione, niente di più - comincia - Grillo è ormai un tesoro nazionale... Certo non mi auguro che finisca come Benigni, a declamare Dante in braccio a Mastella».

La cosa è molto semplice: la proposta di legge per cui Grillo ha raccolto le firme, secondo Luttazzi "fa acqua da tutte le parti". E ci spiega bene il perché: «Primo, un parlamentare con più di due legislature è una persona la cui esperienza può fare del bene al Paese». E cita, tanto per rendere meglio l'idea, Berlinguer e Pertini. «Secondo perché chi è condannato in primo e secondo grado non lo è ancora in modo definitivo. In Italia i gradi di giudizio sono tre. Il problema da risolvere è la lentezza della giustizia. I magistrati devono avere più mezzi, tutto qui» . Infine «perché poter esprimere la preferenza per il candidato ha dei pro e dei contro che si bilanciano».

Continua: «L'illusione alimentata da Grillo è che una legge possa risolvere la pochezza umana. Questa è demagogia». «Dato che Di Pietro ha aderito alla sua iniziativa, Grillo ha detto: Di Pietro è uno per bene. Brrrr. Quindi chi non la pensa come Grillo non lo è?... Gli amici di Grillo puri e buoni contro i nemici cattivi».

«Grillo si guarda bene dallo sciogliere la sua ambiguità di fondo: che non è quella di fare politica (satira e teatro sono politici da sempre), ma quella di ergersi a leader di un movimento politico volendo continuare a fare satira... La satira è contro il potere. Contro ogni potere, anche quello della satira". E poi l'affondo: «Scegli, Beppe! Magari nascesse ufficialmente il tuo partito! I tuoi spettacoli diventerebbero a tutti gli effetti dei comizi politici e nessuno dei tuoi fan dovrebbe più pagare il biglietto d'ingresso. Oooops!». Ciliegina sulla torta ci rinfresca la memoria ricordandoci che: «Adesso Grillo esalta la democrazia di internet con la stessa foga con cui dieci anni fa sul palco spaccava un computer con una mazza per opporsi alla nuova schiavitù moderna inventata da Gates». «Il marketing di Grillo ha successo perché individua un bisogno profondo: quello dell'agire collettivo. La soluzione ai problemi del nostro Paese può essere solo collettiva. A quel punto diventerebbe semplice, anche per Grillo, dire: "Non sono il vostro leader. Pensate col vostro cervello. Siate voi il cambiamento che volete vedere nel mondo"».

fonte: Libero News Etichette:

undefinedundefinedLa ricetta Grillo. (0)

Un parlamentare su tre fuori dall'Aula. E, soprattutto, tutti i big della politica italiana. Questo il quadro che si avrebbe se l'iniziativa popolare promossa da Beppe Grillo fosse già legge.




A perdere il seggio sarebbero 300 eletti: 119 senatori e 181 deputati.

Tutti con lo stesso limite: aver già compiuto più di due mandati in Parlamento.

La soglia massima consentita dalla proposta legislativa del blogger genovese. I maggiori cambiamenti riguardano Palazzo Madama, dove ben il 37,4% degli attuali senatori può vantare una lunga militanza in Aula.

Il partito con la più alta anzianità parlamentare è Alleanza Nazionale.

Dei 38 componenti del gruppo più della metà (20), secondo la simulazione, è costretta a lasciare l'emiciclo. A ruota c'è Forza Italia, che vede ridursi a 38 il numero dei suoi rappresentati: circa il 47 per cento in meno dei 72 attuali. Leggermente migliore la situazione dell'Ulivo: solo 31 i senatori che, nell'ipotesi Grillo, perdono il posto. Quelli che lo mantengono sono 58, pari al 65,2 per cento degli afferenti al gruppo. Da segnalare, tra i partiti più piccoli, il caso Prc, che è la forza politica con il più spiccato ricambio generazionale: soltanto il 15 per cento dei suoi senatori ha già svolto due mandati.
Meno evidenti le novità a Mon-tecitorio, che conserva quasi 450 deputati. A lasciare l'Aula sono solo in 181. Anche in questo caso è An a possedere il corpo politico con il minor ricambio: 32 dei 69 deputati del gruppo hanno superato il limite delle due legislature. A seguire ancora una volta Fi: i deputati azzurri sono 133, più di un terzo dei quali verrebbe "sfrattato" dall'Aula. L'Ulivo, invece, conferma la spinta al ricambio promossa nelle ultime elezioni ( soprattutto dai Ds) con un tasso di rinnovamento intorno all'80 per cento.
Tra i leader non ne rimane quasi nessuno. Silvio Berlusconi e Walter Veltroni restano al palo con i loro quattro e cinque ingressi in Parlamento. Si salva invece il premier, Romano Prodi, eletto nel 1996 e poi nel 2006.L'altra eccezione è Enrico Letta, attualmente al secondo mandato. Il più navigato tra i segretari di partito è Clemente Mastella (Udeur) con ben nove conferme. Subito dopo, Gianfranco Fini (An) con sette. Caso a sè quello di Lorenzo Cesa, guida dell'Udc,che nel 2006 si è seduto per la prima volta a Montecitorio. Con la "legge Grillo", gli stessi presidenti delle Camere sono esclusi: Franco Marini, infatti, è già a quota cinque, Fausto Bertinotti "solo" a quattro.
Il veterano del Parlamento, escludendo i senatori a vita (Giulio Andreotti, sempre presente dalla Costituente, ed Emilio Colombo che ha mancato solo due mandati), è l'ex segretario della Dc, Ciriaco De Mita che può vantare 11 elezioni. Trai
recordmen del Palazzo vanno ricordati il senatore Armando Cossutta (Pcdi), Mirko Tremaglia (An) e Angelo Sanza (Fi), tutti a quota dieci.
Non si placano intanto le polemiche politiche dopo il V-Day di sabato scorso. Da rilevare la tenue apertura di Bertinotti verso la manifestazione organizzata da Grillo che, secondo il presidente della Camera, «ha riempito un vuoto». Certo, ha osservato la terza carica dello Stato, «non sempre i materiali che riempono il vuoto sono eccellenti, ma non possiamo prendercela con chi li riempie». Presa d'atto dell'ondata di antipolitica dal leader Ds, Piero Fassino, che invita tutti alla riflessione. Molte dure sono state invece le parole di Pier Ferdinando Casini (Udc): «Solo una classe politica senza ideali e priva di serie motivazioni può scodinzolare dietro Beppe Grillo». Differente è l'analisi di Fabrizio Cicchitto (Fi), che vede nella riduzione dei privilegi dei politici la risposta alla disillusione della piazza: «Per togliere pretesti ad una campagna dai contenuti assai inquietanti, i costi della politica vanno ridotti».

FONTE: il sole24ore. Etichette:

undefinedundefinedV Day (0)

"Nel tempo dell'inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario"
(George Orwell, 1984)


anche se.. avrà i suoi scheletrucci nell'armadio
anche se.. come dice Luttazzi se inizi a chiedere ad un milione di persone di scendere in piazza non sei più un comico ma un politico
anche se.. non avrà mai il coraggio di ammetterlo
anche se.. gli piacerebbe da matti essere il nostro Presidente del Consiglio
anche se.. tutto questo gridare è ormai diventato un semplice sussurrare
anche se.. il sole continuerà a sorgere
anche se.. Berlusconi continuerà ad essere il padrone incontrastato del belpaese
anche se.. la notte sarà sempre più buia
anche se.. Prodi continuerà a far finta di aiutare il popolo
anche se.. tutto ciò..

potrà sempre dire che almeno lui, ci ha provato.







Gli eventi nelle piazze. Per sapere quello più vicino a te guarda la cartina.

Per dettagli vai su: http://www.beppegrillo.it/vaffanculoday Etichette:

undefinedundefinedBellero_distrazioni 1 (0)




Detesto i prati perché tutti hanno un prato con l'erba e, quando si tende a fare le cose che fanno tutti gli altri, si diventa tutti gli altri.

Bukowski Etichette:

undefinedundefinedFinanza e Mutui (0)



Avrei potuto iniziare scrivendo lo avevo già detto (sale il prezzo della benzina, vendesi-casa), ma preferisco evitare anche perchè la situazione non sembra molto allegra.

Però mi meraviglio, ogni volta di più. Questo però non deve distrarci dal capire.

Ricordate quando gli USA erano la più grande democrazia industriale del mondo? Appena trent'anni fa il risultato della loro economia produttiva e le abilità della forza lavoro guidavano il mondo.

Cosa è successo? È difficile credere che nell'arco di una generazione le capacità di questa nazione siano semplicemente collassate come, ad esempio, hanno fatto le industrie siderurgiche e automobilistiche e l'agricoltura a conduzione familiare. Quali sono quindi le cause del declino?

Diciamo che qualcuno segnali li sta mandando, da tempo. L'ottimo lavoro ad esempio di Global Research, da me spesso citato. Secondo Richard C.Cook l'economia USA è collegata ad un sistema artificiale di supporto vitale, un ostaggio che respira a malapena in un manicomio. Questo manicomio sono i sistemi finanziari USA e mondiale che si trovano sull'orlo del collasso.

I pazienti sono i banchieri centrali mondiali, insieme a molti dei magnati della finanza grandi e piccoli. Il fatto è che l'economia di gran parte del mondo si trova in una fase di decisiva discesa che i finanzieri non possono fermare perché i metodi che essi utilizzano ne sono la causa primaria.

Come spesso accade, i pazienti dominano l'istituto psichiatrico.

I problemi non sono confinati negli USA. La disoccupazione mondiale aumenta, il debito si impenna, le infrastrutture si stanno sbriciolando, e i prezzi stanno crescendo.

In un tale ambiente, crimine, guerra, terrorismo e altre forme di violenza sono endemiche. Solo il più ingenuo, egocentrico e deluso sciovinista potrebbe descrivere un simile scenario in termini delle democrazie occidentali amanti della libertà che vengono assediate dai “cattivi”.

Ciò che sta succedendo, secondo Cook, evidenzia i crescenti fallimenti della finanza globalizzata occidentale, il cui impatto sulla stabilità politica è stato tanto corrosivo. Probabilmente stiamo per assistere a importanti traumi finanziari nell'arco dei prossimi mesi (e poi non dite che non vi avevo avvertito).

Gli avvertimenti arrivano anche da grandi attori istituzionali come la Banca dei Regolamenti Internazionali e il Fondo Monetario Internazionale e quello che è accaduto ieri con la crisi dei mercati dovuta ai prestiti immobiliari non onorati, oltretutto già ampiamento previsto da due anni, dimostra che queste non sono CAZZATE.

Magari stiamo assistendo alla fine di un'era in cui i finanzieri dominavano il mondo. Ad un certo punto, i governi o i loro establishment militari e burocratici probabilmente smetteranno di essere spettatori passivi del disordine imperante. Sta già succedendo in Russia e altrove.

I Paesi che saranno meno capaci di disporre del proprio destino sono quelli come gli USA, dove i governi sono stati maggiormente passivi davanti alla decomposizione economica dalle attività dei loro settori finanziari.

I finanzieri sono coloro per i quali l'ultima generazione ha usufruito maggiormente dalle economie segnate dalla privatizzazione, dalla deregolamentazione e dalla speculazione, ma ciò potrebbe essere prossimo al cambiamento.

Se il cambiamento sarà costruttivo o catastrofico lo vedremo.



fonte: per chi volesse approfondire, Richard C. Cook, http://www.globalresearch.ca/index.php?context=va&aid=6239 Etichette:

undefinedundefinedNational Security Iphone (0)

Neanche il tempo di essere presentato e subito arriva lo scandalo, o perlomeno il ragionevole sospetto. Ho appreso infatti questa sera attraverso il blog di Kurt Nimmo che secondo "webhack", un team di hacker russi, il tanto atteso iPhone è provvisto "di una funzione interna che consente di inviare dati da un iPhone a uno specifico server web". Contatti della rubrica telefonica, SMS, ultime chiamate e cronologia del browser possono essere rubati, come spiega il blog VS iPhoneva.




Nell'autorevole pubblicazione, secondo il blog, i russi indicano una possibile "funzionalità di debug o un modulo di backdoor incorporato utile ad alcune istituzioni governative", ovvero alla National Security Agency, responsabile della violazione di massa dei diritti costituzionali degli americani.

Naturalmente, aiuta sapere che "Apple ha scelto AT&T, il migliore e più noto gestore di telefonia degli Stati Uniti con oltre 62 milioni di clienti, come gestore esclusivo per l'iPhone negli Stati Uniti", come vanta il sito della AT&T. Come sappiamo, il leviatano della telefonia collaborò illegalmente con la NSA per violare la legge.

"AT&T ha violato la legge e i diritti dei suoi clienti dando il consenso al furto dei dati. Il programma di spionaggio del governo americano nel violare la privacy dei suoi cittadini non sarebbe possibile senza l'aiuto di AT&T", dice una FAQ della Electronic Frontier Foundation. "EFF sostiene che sotto il programma di spionaggio nazionale messo a punto dalla NSA, le principali compagnie di telecomunicazione – in particolare AT&T- hanno dato alla NASA accesso diretto ai loro vasto database di registrazioni telefoniche, comprese informazioni su chi abbiano chiamato o inviato mail i loro clienti. EFF sostiene che AT&T, oltre a consentire alla NSA l'accesso ai telefoni e a Internet tramite il proprio network, ha dato via libera al governo per l'accesso a "Daytona" uno dei più grandi database al mondo di tabulati telefonici".

"Gli elementi hardware alla base di un normale programma di spionaggio sono stati introdotti negli uffici di comunicazione del 'mondo reale' ", ha detto a Wired News l'ex tecnico della AT&T Mark Klein. Secondo Klein e un'inchiesta pubblicata dal New York Times, il "progetto orwelliano di NSA-AT&T è molto più grande" di quanto si immaginasse prima ed è stata direttamente autorizzato dal presidente Bush, come anche lui ha ammesso, in palese violazione degli statuti specifici e della tutele costituzionali delle libertà civili". Nel frattempo, Bush ha firmato molti ordini esecutivi essenzialmente per garantirsi il potere di un Magister Populi romano, dittatore erga omnes.

"L'anno scorso è stato scoperto che la AT&T spiava di nascosto i cittadini americani per conto del governo", spiega Adam Frucci del blog Gizmodo. "Forse lo fa ancora. Poi, poco tempo fa, ha annunciato di voler spiare su Internet gli utenti, per combattere la pirateria, presumibilmente per il piacere di RIAA e MPAA. Se non vuoi più essere spiato e vuoi cambiare ISP sai cosa succede? Non hai vie d'uscita. E se AT&T si inserisce in tutti i tuoi dati tramite il suo network, la maggioranza degli utenti Internet saranno coinvolti, non solo i clienti di AT&T. Processa un numero incredibile di dati, e poco spazio non è sotto il suo controllo".

Poco importa. L'iPhone della Apple è così cool e trendy che molti acquirenti faranno spallucce davanti al fatto che, se i russi non si sbagliano, disponga di un dispositivo in grado di trasferire i dati personali a un PC della NSA.

fonte: Kurt Nimmo - http://kurtnimmo.com/ Etichette:

undefinedundefinedFuturo Argentino (0)

Fino al giorno in cui «sarà espulsa o sceglierà di fuggire dalla zona euro, l’Italia subirà una crocifissione argentina»: è la diagnosi di Bernard Connolly, già capo delle ricerche economiche alla commissione Europea ed ora analista strategico della Banque AIG.



L’Argentina si crocifisse agganciando la sua moneta al dollaro: l’effetto sulla sua economia troppo debole per una valuta forte furono perdita di competitività, rincari, fuga di capitali, e infine bancarotta e miseria di massa.
Secondo Connolly, l’Italia si è crocifissa entrando nell’euro troppo forte, anzi oggi più forte che mai dato il calo del dollaro. Lo spiega uno dei migliori giornalisti economici britannici, Ambrose Evans-Pritchard.

L’Italia sta peggio perché è la peggio governata, ma serie crisi attendono entro il 2009 tutte le economie deboli dell’euro, il Club Med: Spagna in depressione, Portogallo, Grecia ed anche Francia.

Il perchè è facile a dirsi: la Germania ha guadagnato in competitività il 20% per unità di costo del lavoro contro la Francia, il 30% contro la Spagna, e il 40% contro l’Italia.
Sicchè solo la Germania è in grado di assorbire il rincaro dell’euro, ed infatti è la più grande esportatrice.
Grazie al fatto che ha potuto abbassare le paghe reali.

In Italia, col governo delle sinistre e dei sindacati, e dei parassiti pubblici, ciò non può avvenire. Dice Evans-Pritchard: «Solo quando una severa recessione obbligherà i salari italiani a calare abbastanza da fare la differenza [con la Germania: il 40% in meno] potrà recuperare la competitività perduta contro i tedeschi che godono di bassa inflazione. Il deficit pubblico diventerà astronomico. E l’Italia non potrà uscire da questo circolo vizioso se i tedeschi non accettano di tollerare un’inflazione molto più alta nella zona euro».
Ma perché la Germania dovrebbe?
Non siamo la stessa nazione.
Loro sono stati virtuosi con grandi sacrifici, e noi no.
Perché la formica dovrebbe accollarsi i pesi della cicala?
Come dice il giornalista inglese, «Diverrà sempre più evidente che l’euro non è una sacra unione, ma solo un sistema di cambi fissi glorificato. L’euro è una valuta orfana, senza Stato. Ossia manca dei meccanismi che rendono possibile alla lunga il funzionamento di una unione monetaria: unificazione del debito, unificazione delle pensioni, una tesoreria e trasferimenti fiscali comuni».
Crocifissa ad una valuta di fatto «tedesca» e sempre più forte, l’Italia esporta sempre meno, soffre di alta inflazione interna e s’indebita sempre più nella moneta non più nazionale.
Più dura la debolezza del dollaro sull’euro, più diventa probabile che i forti dell’eurozona finiscano per sbattere fuori l’Italia.
Allora torniamo ad una lira a cui nessuno più crede?
Avendo accumulato debito in euro?
Attenzione, non si tratta di previsioni fantastiche.
Goldman Sachs già consiglia clienti e investitori di andare «short» (in pratica di scommettere al ribasso) sui Buoni del Tesoro italiani e francesi, e di essere «lunghi» (a rialzo) sui BOT tedeschi.
E’ un invito ad avviare una speculazione che punta sulla divergenza tra forti e deboli nell’euro-zona, e di fatto aumenterà tale divaricazione con effetti disastrosi per noi: gli stessi che fruttarono tanti miliardi a Soros negli anni ‘90 e in cui Ciampi e Amato fecero perdere all’Italia 60 mila miliardi di lire.
Ora dovremo ringraziare Prodi e Padoa Schioppa (oltre che sindacati e parassiti pubblici) del disastro imminente?
La sola (magra) consolazione è che anche Goldman Sachs vede quotare le sue obbligazioni come spazzatura (junk bonds), insieme alle più titolate banche d’affari Lehman Brothers, Merrill Lynch e Bear Stearns.
Anche il credito di questi giganti è ritenuto sempre meno solido.
Nell’ultimo mese il valore dei titoli emessi da queste ha perso 1,5 miliardi di dollari di valore a Wall Street, segno che gli acquirenti (creditori) ritengono che il rischio di detenere i «buoni» di Goldman, Merrill e Lehman sia alto e crescente. La causa sottostante sono sempre i fallimenti dei debitori USA che hanno ottenuto i mutui per la casa, benchè di scarsa solvibilità.

Ora le grandi banche d’affari hanno accumulato 33 miliardi di dollari di titoli da esse emessi, e che non sono riuscite a vendere. E il peggio è che le stesse banche hanno pure promesso di raccogliere altro debito per 300 miliardi di dollari onde finanziare le grandiose fusioni-acquisizioni e buy-outs annunciati quest’anno.
Nell’euforia di poche settimane fa, sembrava facile trovare compratori di quella carta.
Ora, i compratori sono diventati sospettosissimi.
Lo indica il prezzo dei credit default swaps, derivati che sono praticamente delle assicurazioni contro l’insolvibilità delle suddette grandi banche.
Quelli su Bear Stearns, che a giugno costavano 30 mila dollari, oggi costano 145 mila dollari: costa di più assicurarsi, perché il rischio d’insolvenza è sentito come più prossimo.
Questo rincaro della «polizza» dice che in pratica il rating di queste super-banche, che ancora è ufficialmente AAA (il massimo della solidità) dovrebbe essere ridotto - secondo i parametri di Moody’s - a Aa3 per Goldman, e Ba1 per Merrill e Lehman.
Insomma junk bonds.
I trucchi del «plunge protection team», che sta iniettando liquidità, non funzionano più.
Il cavallo non beve, come si diceva una volta.
I creditori non vogliono più rischi.
Come sempre è accaduto, con regolare ricorrenza, il capitalismo finanziario a briglia sciolta precipita nella recessione e nel gelo mondiale.
Ma il mal comune non sarà per l’Italia un mezzo gaudio: anzi al contrario.


fonte: Maurizio Blondet (www.effedieffe.com) Etichette: